L'ennesimo video choc, l'ennesimo ricatto che si materializza: se non ci date ascolto, gli ostaggi continueranno a morire. Così Hamas utilizza le persone rapite come strumento di propaganda e arma di persuasione, diffondendo un nuovo video che mostra un ostaggio israeliano, Nadav Popplewell, 52 anni, per poi annunciare poco dopo che l'uomo è rimasto ucciso a causa di un bombardamento israeliano sulla Striscia. Un altro macabro episodio di un conflitto che sembra non conoscere fine, nonostante sotto traccia stiano continuando i negoziati che, almeno finora, sono sempre saltati in vista del traguardo.
Il video, di circa 10 secondi, dura giusto il tempo che l'ostaggio riveli la propria identità e dica che «il tempo sta per scadere. Il tuo governo sta mentendo». L'uomo, che ha anche passaporto britannico, ha un occhio nero ma non altre ferite visibili. Popplewell, rapito il 7 ottobre, è diabetico e sua sorella, in un'intervista al Daily Mail, aveva raccontato di essere preoccupata per le sue condizioni di salute durante la prigionia. La madre dell'uomo, rapita con lui, era stata invece rilasciata lo scorso 24 novembre in seguito a uno scambio di prigionieri. Poco dopo le brigate al Qassam, braccio armato di Hamas, hanno annunciato che l'ostaggio israeliano è morto per le ferite riportate in un attacco aereo messo a segno da Israele più di un mese fa nella Striscia di Gaza. Lo scopo del video è comunque evidente: suscitare ulteriore apprensione nelle famiglie dei rapiti e spingere Israele a trattare in posizione di debolezza. È il terzo filmato pubblicato in meno di un mese dal gruppo terroristico che ha mostrato tre ostaggi ancora in vita.
Una situazione, quella degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, esplosiva. Ieri sera a Tel Aviv c'è stata l'ennesima manifestazione di protesta da parte delle famiglie degli ostaggi che chiedono a Netanyahu e al suo governo un accordo per il loro rilascio. La manifestazione arriva alla vigilia del Giorno nazionale dei caduti che si celebra in Israele. Lo slogan scelto dai familiari è «Riportate a casa i vivi e i morti», visto che al momento Hamas sta trattenendo nella Striscia anche i cadaveri degli ostaggi morti.
Intanto, se pur a rilento, i negoziati proseguono e secondo alcune fonti non sarebbero del tutto collassati. Un accordo sarebbe ancora possibile a patto che da Hamas «arrivino risposte sulle quali si può lavorare». La diplomazia è al lavoro per riprendere i colloqui a Doha, in Qatar, i colloqui indiretti e raggiungere una tregua e un accordo sugli ostaggi.
Il primo ministro del qatariota Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani avrebe invitato a Doha il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamel e il direttore della CIA William Burns ma non è ancora chiaro su quali basi si potrà riprendere a trattare. Hamas continua con i ricatti, Israele continua con la linea dell'intransigenza. I margini sono sempre più ridotti.
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