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Il luglio più caldo di tutti e grandinate raddoppiate. L'Ue misura il post Niño

Il satellite Copernicus fotografa mari bollenti e 42 eventi meteo estremi di media al giorno

Il luglio più caldo di tutti e grandinate raddoppiate. L'Ue misura il post Niño

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E come se non ce ne fossimo accorti, la conferma arriva dalla scienza: quello appena concluso è stato il mese di luglio più caldo di sempre. Percezione? No, misurazioni del servizio Copernicus Climate Change dell'Unione europea, secondo cui la temperatura media di luglio è stata la più alta mai registrata per qualunque mese, da quando ci sono rilevazioni scientifiche. Si parla di zero-virgola ma tutto concorre a raccontare una storia di riscaldamento globale che sta provocando e provocherà grossi cambiamenti sull'ambiente e sui fenomeni meteo, sempre più tropicali.

Copernicus aveva previsto il record a fine luglio sulla base dei dati preliminari. Il mese è stato di 0,72 gradi più caldo della media 1991-2020 per luglio, e di 0,33 gradi superiore al precedente mese più caldo, il luglio del 2019. Si stima che il mese sia stato circa 1,5 gradi più caldo della media 1850-1900. Ondate di calore sono state registrate in molte regioni dell'emisfero nord, compresa l'Europa meridionale.

A quelli che sostenevano: «È estate, è normale che faccia così caldo», la scienza snocciola le misurazioni delle temperature della superficie del mare, in continua e nient'affatto normale «ebollizione»: per tutto il mese sono state di 0,51 gradi sopra la media 1991-2020. Il Nord Atlantico a luglio è stato di 1,05 gradi sopra la media. Ondate di calore marine si sono generate in Groenlandia e nel Mare del Labrador, nel bacino dei Caraibi e nel Mediterraneo. Tutta colpa del Niño (il fenomeno periodico di riscaldamento del Pacifico centro-orientale). «Abbiamo appena visto che le temperature globali dell'aria e della superficie degli oceani hanno raggiunto record assoluti a luglio - ha commentato Samantha Burgess, vicedirettrice del Servizio cambiamento climatico di Copernicus -. Questi record hanno tremende conseguenze per le persone e il pianeta, esposti ad eventi estremi sempre più frequenti e intensi. Il 2023 è al momento il terzo anno più caldo, di 0,43 gradi sopra i livelli pre-industriali. Anche se questo è solo temporaneo, mostra l'urgenza di sforzi ambiziosi per ridurre le emissioni globali di gas serra, che sono il motivo principale di questi record». Assieme al caldo, anche una quantità anomala di piogge e tempeste: una media di 42 eventi estremi al giorno lungo la Penisola, tra grandinate, trombe d aria, bombe d'acqua, ondate di calore e tempeste di vento, praticamente raddoppiate (+83%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un dato impressionante fotografato dalla Coldiretti sulla base dei dati dell'European Severe Weather Database (Eswd).

«Siamo di fronte - sottolinea la Coldiretti - ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo. Il 2023 continua la Coldiretti è stato infatti segnato prima da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti e basse temperature ed infine dal caldo torrido di luglio che ha inaridito i terreni favorendo l innesco degli incendi nelle campagne e nei boschi spesso abbandonati.

Un annata nera per l'agricoltura italiana con danni che, tra coltivazioni e infrastrutture, supereranno i 6 miliardi dello scorso anno».

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