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L'ultimatum di Johnson alla Ue "Il mio nuovo piano o no deal"

In Irlanda due frontiere per 4 anni. La bocciatura di Dublino. Juncker: «Passi avanti, ma ancora problemi»

L'ultimatum di Johnson alla Ue "Il mio nuovo piano o no deal"

Londra Due frontiere per quattro anni, è questa la ricetta di Boris Johnson per superare l'impasse del backstop irlandese. Ieri il governo britannico ha presentato all'Europa la nuova e ultima proposta per una Brexit condivisa. Prendere o lasciare e se si lascia, sarà no deal. Posto che ancora non è chiaro come il premier conservatore possa minacciare di uscire dall'Europa senza accordo dato che esiste una legge che lo obbligherebbe a chiedere una proroga di tre mesi a Bruxelles, rimane il fatto che il governo ha scoperto tutte le sue carte e ora la palla passa all'Europa.

Sempre ieri, dopo un paio di giorni di indiscrezioni mediatiche, Johnson ha presentato il piano per la Brexit nel suo discorso alla Conferenza annuale del partito, a Manchester. «Si tratta di un compromesso da parte del Regno Unito, ma mi auguro che l'Europa comprenda e sia pronta a raggiungere anch'essa un compromesso ha spiegato Johnson altrimenti l'unica alternativa è l'uscita senza accordo. Un risultato che non cerchiamo assolutamente perché non siamo anti europei, ma al quale siamo preparati». Il primo ministro ha confermato che non vi sarà alcuna richiesta di proroga della Brexit perché danneggerebbe l'economia e che in nessuna circostanza verranno messe postazioni di controllo «né alla frontiera irlandese né nelle vicinanze, in modo da rispettare l'accordo del Good Friday». Ma controlli ci dovranno essere, perché questa è la realtà, anche se Johnson ha fatto riferimento a soluzioni tecnologiche per evitare il temuto «confine duro» tra le due Irlande. «Proteggeremo la regolamentazione sui prodotti agricoli e industriali di entrambe le parti ha proseguito Johnson ma consentiremo al Regno Unito di uscire dalla Ue e di controllare fin dall'inizio le nostre politiche commerciali». «Lasciateci portare a termine la Brexit», ha concluso.

Più tardi nel pomeriggio sono stati diffusi i dettagli del piano. L'idea è che l'Irlanda del Nord rimanga allineata per quattro anni al mercato unico per quanto riguarda i beni agricoli e quelli industriali, godendo in questo periodo di un'esenzione dal codice doganale e dall'Iva Europea. Starebbe poi all'Assemblea di Stormont decidere se proseguire su questa linea ogni quattro anni. Allo stesso tempo però, dopo un periodo di transizione, il Nord Irlanda uscirebbe nel 2021 sia dall'Unione che dall'unione doganale insieme al resto del Regno. Com'era prevedibile, mentre gli unionisti nordirlandesi plaudono al piano, a Dublino la proposta viene decisamente bocciata. La ministra degli Affari Europei Helen McEntee la giudica «inaccettabile» e l'opposizione del Fianna Fail la definisce «impraticabile e illegale». «È persino peggio del piano di Theresa May» ha commentato il leader del Labour Jeremy Corbyn. Il premier ha sentito al telefono il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, ma i primi commenti di Bruxelles sono all'insegna della massima cautela: «Sviluppi positivi ma ci sono ancora punti problematici». «

Resta ancora molto da fare», ha dichiarato il capo negoziatore Michel Barnier.

Intanto, nonostante lo stop della Corte Suprema, il primo ministro conferma di avere intenzione di sospendere di nuovo i lavori del Parlamento dall'8 al 14 ottobre, quando il governo presenterà il suo programma con il Discorso della Regina.

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