Carabiniere ucciso

L'ultimo saluto a Mario: "Ti riprendo in sposo"

La vedova e la promessa delle nozze sulla bara Tutti piangono. Nistri: rispetto e riconoscenza

L'ultimo saluto a Mario: "Ti riprendo in sposo"

Il berretto, la sciabola dell'Arma, un mazzo di fiori bianchi, il rosario, la maglia del Napoli con il numero 24 di Lorenzo Insigne e un collage di tre foto del matrimonio, che lo ritraggono felice accanto alla moglie Rosa Maria. Ieri nella piccola chiesa di Santa Maria del Pozzo, a Somma Vesuviana, poggiati sul tricolore che copriva la bara del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso venerdì a Roma con 11 coltellate, c'erano tutto il suo mondo, il suo amore, le sue passioni.

Quelle di un uomo straordinario. Di un marito, di un figlio, di un fratello che è stato anche padre da quando giovanissimo ha perso il suo, di un carabiniere che per la sua umanità aveva ottenuto un'onorificenza dall'Arma e di un Uomo, che nel tempo libero distribuiva i pasti ai senza tetto della stazione Termini e faceva il barelliere per l'Ordine di Malta a Lourdes e Medjugorje. Ieri mattina a onorare il cuore immenso del vicebrigadiere, morto a 35 anni, 43 giorni dopo le sue nozze celebrate nella stessa chiesa, c'era il comandante generale dell'Arma Giovanni Nistri, i colleghi e il comandante della stazione di piazza Farnese, Sandro Ottaviani, dove Mario prestava servizio, i vertici delle istituzioni, dal presidente della Camera Roberto Fico, ai vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il ministro Elisabetta Trenta, la sindaca di Roma Virginia Raggi e migliaia di persone in chiesa e fuori, che hanno conosciuto Mario solo dopo la tragedia.

Il feretro, portato a spalla da sei carabinieri, è stato accolto da un lunghissimo applauso nel piazzale della cittadina a lutto. A sostenere la bara, aggrappata ad essa, costretta a sostenere un peso troppo grande per la sua anima, la giovane vedova, nascosta da un paio di occhiali scuri. A celebrare la funzione, accanto all'arcivescovo ordinario militare per l'Italia, Santo Marcianò, il vescovo di Nola, Francesco Marino, tutti i parroci di Somma Vesuviana e numerosi cappellani militari.

In prima fila, stretti a Rosa Maria, c'erano la mamma di Mario, Silvia, il fratello Paolo e la sorella Lucia, a cui poco tempo fa lui aveva consigliato di indossare la divisa. Il Vangelo, letto durante la funzione, è stato scelto dalla vedova ed era lo stesso del giorno del matrimonio. «Quanto accaduto è ingiusto - ha detto nell'omelia monsignor Santo Marcianò -. Basta piangere servitori dello Stato, giovani figli di una nazione che sembra aver smarrito i valori per cui arrivano a sacrificare la loro vita. Mario incarnava alla perfezione la missione del carabiniere, era capace di vegliare una notte intera in ospedale, accanto a una madre vedova e alla figlia, di provvedere ai pasti e alla dignità dei criminali arrestati, a pensare ai poveri e ai senzatetto con i quali condivideva il suo tempo libero, i suoi averi, il suo sorriso». «Ha potuto servire la vita fino alla fine - ha aggiunto - offrendo una lezione indimenticabile che lascia senza parole e ha fermato l'Italia, con una partecipazione di popolo poche volte registrata. Ha servito persino la vita dei criminali anche di colui che lo ha accoltellato e che, certamente, egli avrebbe voluto difendere dal dramma terribile della droga».

«Faceva parte della famiglia dei carabinieri», ha ricordato il generale Nistri ripercorrendo la carriera militare di Mario. Poi ha recitato la poesia La Piccozza di Pascoli e ha chiesto «rispetto e riconoscenza» per la vittima. «Se è concesso a un comandante generale dei Carabinieri fare richieste, oggi ne avrei due: rispetto e riconoscenza - ha detto visibilmente commosso -. Si eviti la dodicesima coltellata al cuore d'oro di Mario. Sono legittimi i commenti, ma non oggi». Chi era riuscito fino a quel momento a trattenere le lacrime nulla ha potuto quando Rosa Maria, dal pulpito, ha letto la preghiera della moglie del carabiniere. Poi ha ripetuto la promessa di matrimonio: «Prometto di amarti e onorarti sempre tutti i giorni della mia vita».

E uscendo ha sollevato un'immagine del marito sorridente in alta uniforme e ha urlato verso la folla «bello eh?», ricevendo il caldo applauso dei presenti.

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