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Macron-Le Pen, la sfida finale. In diretta tv volano gli insulti

Il candidato centrista: "Bugiarda, approfitta della rabbia dei lavoratori". La leader Fn: "Lassista con i terroristi"

Macron-Le Pen, la sfida finale. In diretta tv volano gli insulti

Due ore e venti di duello tv. Sullo sfondo, l'Eliseo. Marine Le Pen a sinistra dello schermo, Emmanuel Macron a destra: 14 telecamere per cogliere ogni singolo dettaglio. Se nel 2002 Chirac aveva rifiutato di affrontare il suo imprevedibile avversario, quel Jean-Marie Le Pen che si qualificò per il ballottaggio, Macron non ha ceduto alla paura. Si è presentato tutt'altro che per fare da punching ball.

Le Pen fa l'elenco degli episodi del passato governativo di Macron, poi affonda sul «candidato della globalizzazione e del tutti contro tutti, con un programma pilotato da Hollande. Io sono la candidata del popolo che protegge i nostri impiegati, le frontiere della Francia anche dal pericolo del fondamentalismo islamico». Accusa Macron e i socialisti di non aver pensato abbastanza alle famiglie, «ma giustamente voi siete il candidato del potere, non dei cittadini», insiste Le Pen. La differenza principale, ribatte pacato Macron, «è che io non mi nutro cinicamente della rabbia dei nostri cittadini». Come fa lei con gli operai, dice Macron riferendosi al blitz di Le Pen ad Amiens, nello stesso giorno in cui era in visita il candidato di En Marche!. Macron dice di non essere «andato a parlare con i sindacati per farmi i selfie come lei...». Le Pen ribatte sul curriculum: «Lei è stato 4 anni consigliere di Hollande e poi ministro. Se avevate la ricetta per combattere la disoccupazione perché non l'avete messa in opera? Voi sostenete la Francia che si sottomette all'Ue e agli interessi internazionali, non avete spirito nazionale, difendete interessi privati, lei ha dietro imprese che delocalizzano».

Macron: «Sono tre minuti che non state spiegando la strategia per combattere la disoccupazione. Dite bugie su di me e non proponete nulla, perché non avete alcuna idea, i francesi meritano di più delle vostre insinuazioni, meritano la verità». Poi insiste: «Non mi interessa ricordare che lei è leader del partito dell'estrema destra francese, ma parlare del mio programma». Le Pen prova a infrangere il muro di freddezza presidenziale issato da Macron, che sorride per scelta strategica meno del solito. «Avete fatto scelte ciniche che rivelano la freddezza del banchiere d'affari dice Marine credo che questo periodo di chiarificazione sia stato utile ai francesi». Macron prova a insistere sullo «spirito di sconfitta del programma Le Pen, di fronte al quale io porto uno spirito di conquista francese, perché noi siamo forti nel mondo e non dobbiamo chiuderci come vuol fare lei con le frontiere, perché la chiusura delle frontiere non serve a nulla».

Poi il tema terrorismo: «Non so perché chiede Le Pen alla camera ma monsieur Macron non vuole combattere il terrorismo». «Parlate del vostro progetto e non del mio», si difende Macron, irritandosi alquanto dopo oltre 45 minuti di dibattito in cui l'avversaria legge molto, lui quasi mai. Punta sulla naturalezza e (forse) vince sul lavoro: «Un'azienda che negozia accordi individuali si può organizzare meglio per affrontare i rischi dell'economia, serve pragmatismo, flessibilità e sicurezza per gli impiegati, che non intendo lasciare soli, ma proteggere con un'altra riforma». Annunciata in diretta. Le Pen, contraria alla negoziazione interaziendale: «Le grandi mangiano le più piccole, ecco qual è il progetto Macron. Voi siete disciplinato sulle direttive dell'Ue, questo va detto, ma creerà disoccupati». Macron: «Un'impresa con due dipendenti (che non ha un sindacato) non può essere la stessa di una start up digitale o di una che produce auto con centinaia di dipendenti. Io propongo di abbassare le tasse, a partire da quella sulla casa». Le Pen: «Bene, giusto, ma lo farebbe alzando quali altre?».

Resta calmo, ha rivisto e studiato gli ultimi dibattiti presidenziali. I sondaggi restano fermi per Macron: 59%-41%.

Ma l'astensione pesa sul voto-verità di domenica: oltre il 40% non sa chi scegliere.

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