La Sardina vuole la poltrona: "Ecco cosa faremo..."

Mattia Santori fa entrare le Sardine nel Pd ma gioca a fare il politico indipendente contro il "renzismo 2.0" ma in favore dell'"ulivismo"

La Sardina vuole la poltrona: "Ecco cosa faremo..."

Alla fine è successo quello che tutti si aspettavano. Mattia Santori scende in politica e lo fa con il Partito democratico. Un epilogo scontato per il leader delle sardine, che ha deciso di presentare la sua candidatura a sostegno di Matteo Lepore, in corsa per l'elezione a sindaco di Bologna. D'altronde il fine ultimo è sempre stato quello di ritagliarsi un posto nello scacchiere per le Sardine, che tramite Mattia Santori sulle colonne del Corriere della sera giocano ancora a fare i duri e puri pseudo rivoluzionari delle piazze.

Santori sul Corsera si assume la responsabilità di questo passo: "È una mia scelta, che ho condiviso nel comitato esecutivo e che rispecchia una linea nazionale che da tempo stiamo seguendo. È il momento in cui si mette la faccia e si presidia la politica nelle istituzioni". Voci di corridoio parlano di candidature in quota Sardine anche nelle grandi metropoli, da Milano a Roma, ma nella sua intervista Santori preferisce tergiversare: "Ne parleremo martedì alla conferenza stampa. Posso dire che non per forza tutte le candidature saranno nel Pd: ogni situazione locale ha le sue dinamiche".

Guai a supporre che i pesciolini stiano confluendo nel Pd, perché Santori lo nega fermamente: "Attenzione, le mia e le altre saranno candidature indipendenti. Io sono coerente con il sostegno dato a Lepore durante le primarie. Il Pd ha diverse facce". E da politico navigato, che conosce molto bene le dinamiche per acchiappare i voti nella sinistra nostalgica del Partito democratico, attacca: "Sta alle forze esterne decidere da che parte tirarlo, di certo non da quella dei cavalli di troia di Matteo Renzi che hanno ampiamente inquinato gran parte del partito".

Incalzato dal giornalista, Santori ha poi rincarato la dose: "Il nostro avversario è chiunque stia trafficando per un renzismo 2.0, mentre c'è chi invece lavora da dentro e fuori per portare il Pd su linee più progressiste auspicate da parecchio. Le Sardine continueranno a essere indipendenti, ma serve un presidio altrimenti quando inizieranno le Agorà ci troveremo un partito sotto scacco delle correnti nascoste". Quindi, nelle intenzioni di Santori, le Sardine saranno una sorta di garanzia interna al Pd per evitare quella che lui considera una deriva.

Il leader delle Sardine ha scelto di salire al bordo del carro con più possibilità di vittoria, sostenendo Lepore del Pd e non Elly Schlein della Coalizione civica Coraggiosa, ma nega che dietro ci siano motivi di convenienza, virando sull'ideologia: "È stata la scelta più difficile, Schlein e Lepore per me sono due mentori.

Ma io sono convinto che chi è civico debba mescolarsi alla politica, per questo ho scelto di stare col Pd, che a Bologna parla a oltre un terzo dell'elettorato". E tutto questo mentre nei suoi sogni esiste ancora il "modello ulivista".

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