Terrorismo

Massacro nella maxi-evasione da film

Francia, commando spara a un blindato per far fuggire "la Mosca", un omicida. Morti due agenti

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Il primo ministro francese Gabriel Attal la mette giù solenne e parla di «attacco alla Repubblica». Magari esagera un po' ma si sa come sono i Francesi quando viene assaltata l'autorità. E per di più con le armi in pugno, come è successo ieri mattina in un casello dell'autostrada A154, a Incarville, in Normandia, dove un furgone della polizia penitenziaria è stato assaltato da un commando che ha liberato un prigioniero e ha ucciso due agenti e ferito altri quattro, due dei quali lottano ora per la vita.

L'azione è stata spettacolare e spietata, perfino troppo cinematografica per un pesce piccolo della criminalità come Mohamed Amra, detto La Mouche, «la mosca», 30 anni, chiare origini maghrebine ma residente a Rouen, nel quartiere della Sablière. Un detenuto qualsiasi, condannato pochi giorni fa a 18 mesi dal tribunale giudiziario di Évreux per furti aggravati in supermercati e attività commerciali tra l'agosto e l'ottobre del 2019. Reati comuni compiuti da un delinquente comune, anche se l'uomo era stato incriminato anche a Marsiglia per omicidio volontario commesso il 17 giugno 2022 ad Aubagne per una storiaccia di droga. Quel che conta è che per farlo evadere qualcuno ha organizzato un blitz da film anni Settanta, «un attacco di incredibile violenza», come fanno sapere dalla polizia penitenziaria.

Il blitz è scattato ieri mattina, esecuzione perfetta di un piano lungamente congegnato. Il furgone della polizia penitenziaria con a bordo Amra, reduce da un'udienza al tribunale di Rouen e di ritorno al carcere di Évreux, un tragitto di una cinquantina di chilometri, è stato bloccato appena superata la sbarra da due auto, un'Audi A5 bianca e una BMW serie 5, da cui sono scesi i membri del commando, armati fino ai denti. L'assalto è stato fulminante: cinque agenti sono stati colpiti e il commando è ripartito con l'evaso.

La caccia all'uomo è scattata subito: duecento gendarmi sono stati sguinzagliati sulle tracce dell'evaso e degli assassini, con tutti i diversi livelli di comando coinvolti e tutte le unità sul terreno mobilitate secondo quanto prevede il cosiddetto «Piano Épervier» per casi del genere. A mettere il sale sulla coda delle forze dell'ordine anche l'immediato intervento del presidente della Repubblica Emmanuel Macron, che su X ha scritto di «uno shock per tutti noi. Si sta facendo il possibile per trovare gli autori di questo crimine, affinché sia fatta giustizia in nome del popolo francese. Saremo intransigenti». Fallire a questo punto non è un'opzione.

Uno dei banditi sarebbe stato ferito, mentre uno dei veicoli usati per l'assalto è stato ritrovato poco dopo carbonizzato. Al casello di Incarville il traffico è stato interrotto ed è stata montata una tenda bianca che ospita l'unità di crisi, nella quale ha fatto capolino anche il ministro della Giustizia Éric Dupond-Moretti, che ha stilato il bilancio dell'assalto, parlando dei due morti: «Uno di loro lascia la moglie e due figli che avrebbero dovuto festeggiare il loro 21° compleanno tra due giorni. L'altro lascia una donna incinta di cinque mesi, genitori e amici». Il bilancio potrebbe anche aggravarsi visto che «la prognosi vitale di due agenti è riservata, sono in pericolo di vita». Secondo Dupond-Moretti «il Paese è in lutto» e «sarà fatto tutto per trovare gli autori di questo crimine spregevole. Queste sono persone per le quali la vita non pesa nulla. Saranno arrestati, saranno giudicati e puniti a seconda del crimine commesso».

L'assalto di Incarville ha scioccato la Francia, che ha potuto vedere le immagini della mattanza in video ripresi dalle telecamere di sicurezza del casello che sono rimbalzate sul web, al punto che il ministero dell'Interno ha fatto un appello per bloccare questi contenuti.

Alcuni sindacati del personale penitenziario hanno annunciato per oggi uno sciopero che potrebbe bloccare molte carceri in tutto il Paese. La «giornata delle prigioni morte», l'hanno definita. I sindacati chiedono la riduzione dei trasferimenti dei detenuti e l'utilizzo delle videoconferenze per le udienze.

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