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May, l'intesa con Belfast costa 1,7 miliardi di euro "Cittadini Ue restino qui"

La premier trova l'accordo (salato) con il Dup. Ma Bruxelles rifiuta: "Servono più garanzie"

May, l'intesa con Belfast costa 1,7 miliardi di euro "Cittadini Ue restino qui"

«Vogliamo che i cittadini europei restino nel Regno Unito dopo la Brexit». Nel giorno dell'accordo di governo con il partito unionista irlandese, la premier britannica May illustra al Parlamento anche il piano sui diritti dei cittadini europei nel dopo Brexit già presentato a Bruxelles.

Quindici pagine che dovrebbero placare l'ansia dei 3,2 milioni di cittadini che risiedono nel Paese e che si stanno chiedendo da mesi che ne sarà di loro una volta che la Gran Bretagna avrà definitivamente abbandonato l'Ue. La proposta - definita insufficiente da Bruxelles - garantisce un «settled status» praticamente identico a quello dei britannici a tutti coloro che tra il 29 marzo 2017 e il 29 marzo 2019 avranno maturato almeno cinque anni di residenza in Inghilterra. Questi soggetti potranno portare con sé la famiglia e godranno degli stessi diritti di cui godono attualmente: potranno lavorare, studiare e usufruire dei benefit assistenziali e pensionistici. Coloro che, al 29 marzo del 2019, si troveranno nel Paese da meno di cinque anni potranno rimanere e richiedere una residenza «temporanea» di due anni. Una volta trascorsi i cinque anni, saranno in grado di fare domanda per lo status completo di residente.

«Nessuna famiglia verrà separata dopo l'uscita dall'Ue» ha dichiarato la May sottolineando che tutti i familiari che si trovano all'estero potranno ritornare e fare domanda di residenza. È previsto un permesso di residenza provvisorio per dare alle autorità preposte il tempo di smaltire tutte le richieste. Secondo il piano May chi ha vissuto legalmente negli ultimi cinque in Gran Bretagna potrà godere degli stessi diritti degli inglesi per l'accesso alla pensione, all'assistenza sociale e sanitaria.

Il processo per la richiesta di residenza verrà semplificato rispetto all'attuale che prevede un modulo di 85 pagine e che è stato criticato. «I cittadini europei non saranno cittadini di serie B» assicura anche il negoziatore per la Brexit, David Davis, che ha detto di voler negoziare con Bruxelles anche il mantenimento della tessera sanitaria europea che garantisce cure mediche gratuite ai turisti che si spostano all'interno dell'Unione. «Avranno gli stessi diritti di sempre, tranne quello di voto».

La proposta lascia freddi gli interlocutori europei. Il capo-negoziatore della Ue per la Brexit, Michel Barnier, chiede «più chiarezza, più ambizioni e più garanzie» alla May. «L'obiettivo della Ue sui diritti dei cittadini - twitta -: lo stesso livello di protezione che c'è nella legge europea». E l'idea non è piaciuta neppure al leader laburista Jeremy Corbyn che ieri ha accusato il primo ministro di voler utilizzare la gente «come merce di scambio» nelle trattative. «La sua non è affatto un'offerta generosa - ha detto ieri Corbyn - anche perché rischia di non venir attuata nel caso non si raggiunga un accordo con Bruxelles e quindi non verrebbero garantiti nemmeno i diritti dei cittadini inglesi residenti nell'Unione. Inoltre - ha proseguito il leader laburista - è una proposta che arriva in ritardo, avrebbe dovuto esser presentata subito dopo il referendum nel 2016. Invece si è preferito trascinare la questione fino a questo momento».

Corbyn, che secondo le ultime indiscrezioni sarebbe convinto di poter spodestare la May entro i prossimi sei mesi, ha anche criticato il nuovo accordo di governo con il partito unionista irlandese definendolo come «un modo per la May di restare aggrappata al potere».

E in cambio dell'accordo la May si è impegnata per un ricco pacchetto economico a favore di Belfast, con uno stanziamento ulteriore di un miliardo di sterline (1,1 miliardi di euro) rispetto ai 500 milioni previsti.

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