Coronavirus

Merkel: "Spaventoso il numero di vittime". L'Oms: mortalità in aumento solo in Europa

La Germania è in ginocchio, l'allarme dei rianimatori: "Il sistema sanitario verso la catastrofe". Eurostat: risale l'indice in tutta l'Ue

Merkel: "Spaventoso il numero di vittime". L'Oms: mortalità in aumento solo in Europa

«La situazione pandemica in Germania è drammatica e il numero dei morti è spaventoso». Angela Merkel cerca di scuotere le coscienze dei tedeschi che ancora non si sono vaccinati. Troppi. Soltanto il 67% della popolazione ha ricevuto anche il richiamo. La cancelliera guarda ai dati: i contagi oscillano tra 40 e 50mila al giorno (52mila ieri) e i morti sono ancora centinaia ogni 24 ore. Ascolta l'allarme che arriva dalle terapie intensive da dove è arrivato l'annuncio degli anestesisti: «Il sistema sanitario sta andando verso la catastrofe». E infine ricorda che al virus non interessa se chi è al governo è nel pieno delle sue funzioni.

E la preoccupazione della Merkel è quella di tutta l'Europa che si prepara ad affrontare il terzo interminabile inverno con un virus che non allenta la sua morsa, anche se la situazione non è la stessa in tutti i paesi grazie ai vaccini. Nel mese di settembre i dati Eurostat evidenziano un rialzo dell'eccesso di mortalità in tutti i Paesi ma con notevoli differenze. Per Bulgaria, Romania, Grecia e Lituania si parla di un eccesso nei tassi di mortalità superiore al 30%. Bulgaria addirittura al 50%. Belgio, Ungheria, Italia, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Svezia registrano invece tassi inferiori al 10%.

Una decisa risalita dopo che nel luglio scorso aveva segnato un più 5, al minimo dall'inizio della pandemia. Da agosto ha ripreso a crescere: più 8% e poi più 12% a settembre di quest'anno, sempre rispetto alle medie dei mesi corrispondenti dal 2016 a 2019.

Incremento anche in Italia ma molto più contenuto: dal 3,3 di eccesso di mortalità di luglio 2021 al 6,6 di agosto e al 6,4 di settembre.

La curva epidemica ha ripreso a crescere e a distanza di poche settimane soprattutto nei paesi dove la percentuale di vaccinazione è più bassa, l'eccesso di mortalità è di nuovo schizzato in alto. Dati pesantissimi in Bulgaria dove si registra un eccesso di mortalità del più 50 % che è sicuramente conseguente al bassissimo tasso di protezione della popolazione: soltanto il 23,9 è vaccinato.

Il momento peggiore è stato registrato nello scorso aprile quando nella media europea è stato raggiunto il 20,6% di mortalità in eccesso rispetto al periodo di riferimento 2016-2019 con il 76,7% della Bulgaria e il 65,3 della Polonia.

L'allarme sul boom della mortalità causato dal persistere dell'emergenza pandemica viene rilanciato anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.

La scorsa settimana i casi confermati a livello mondiale sono aumentati del 6%, spinti dagli aumenti registrati nelle Americhe, in Europa e in Asia. Sono oltre 3,3 milioni le nuove infezioni registrate, 2,1 milioni delle quali in Europa. Mentre sempre secondo l'Oms i contagi sono in calo da luglio in Africa, Medioriente e Sudest asiatico. Nella regione europea per i contagi però l'Oms conta anche la Russia e il Regno Unito. Entrambi viaggiano con una media di 30/40mila nuovi contagi al giorno. Ma nel Regno Unito dove il tasso di vaccinazione è al 68% i morti si contano in centinaia mentre in Russia, dove soltanto il 35% è protetto, si contano in migliaia.

L'Oms nell'ultimo report sostiene che i dati relativi alle vittime di Covid sono rimasti stabili in tutte le regioni tranne in Europa dove continuano a salire. La differenza è palese però tra l'Europa occidentale dove in media il 60% della popolazione è totalmente coperta mentre nella zona orientale in media la copertura ha raggiunto meno della metà della popolazione.

L'Oms insiste: l'Europa resta l'epicentro della pandemia e se la curva non si inverte entro gennaio dovremo registrate un altro mezzo milione di vittime.

Molti esperti hanno però evidenziato che da molte aree extraeuropee i dati arrivano in modo poco trasparente: difficile quindi fare confronti con zone che rendono pubblici soltanto dati parziali e non verificati da agenzie indipendenti.

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