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Il Metoo a Google: protesta globale

Migliaia di dipendenti in strada contro sessismo e molestie in azienda

Il Metoo a Google: protesta globale

New York, Tokyo, Mumbai, Gerusalemme, Londra, Dublino, Berlino. Ore 11. Migliaia di dipendenti Google, in circa 24 sedi sparse per il mondo, abbandonano le proprie scrivanie e aderiscono al Walkout For Real Change (Fuori per un cambiamento reale). È l'ultimo capitolo del #Metoo, la campagna antimolestie esplosa con lo scandalo Weinstein, che ora approda anche all'interno di uno dei più grandi colossi del web, nello stesso giorno in cui nuove accuse emergono ai danni del produttore statunitense Harvey Weinstein dopo che una donna polacca ha denunciato di essere stata abusata dal guru del cinema nel 2002: aveva 16 anni.

La protesta e la rabbia dei dipendenti sono esplose dopo le rivelazioni del New York Times, che la scorsa settimana ha riferito di alcuni top manager del colosso Internet liquidati con cifre milionarie dopo essersi resi protagonisti di molestie sessuali che l'azienda ha tenuto nascoste in questo modo. In realtà Google riferisce di aver licenziato 48 persone per molestie sessuali negli ultimi due anni ma di non aver mai offerto a nessuna di queste nessun «pacchetto di uscita». Precisazioni che non sono servite a placare l'indignazione dei dipendenti, gran parte dei quali donne, specie dopo la scoperta delle dimissioni di uno degli executive di Alphabet (società sorella di Google) solo martedì, cioè in seguito alla denuncia del Nyt.

«Siamo in migliaia, a ogni livello aziendale e ne abbiamo abbastanza», hanno scritto i dipendenti in una lettera che ha accompagnato la protesta e in cui si chiedono cambiamenti nella controllata Alphabet. «Mentre Google ha promosso un linguaggio in favore della diversità e dell'inclusione, sono state poche le azioni significative per risolvere un razzismo sistemico, aumentare le uguaglianze e fermare le molestie sessuali», scrivono decisi. «Basta. Rassicurazioni da pubbliche relazioni non bastano: abbiamo bisogno di trasparenza, affidabilità e cambiamenti strutturali».

Intanto spunta un'altra accusatrice del magnate del cinema Weinstein, che tramite il suo avvocato nega ogni addebito. La donna, oggi 32 anni, ha raccontato di essere una polacca che incontrò il produttore a soli 16 anni durante un evento organizzato dalla sua agenzia di modelle di New York. Avrebbe dovuto essere un invito a pranzo, si trasformò nella solita trappola: «L'autista si fermò davanti all'appartamento di Weinstein a Soho», si legge nella denuncia, con lui che «iniziò a chiedere di avere un rapporto sessuale «in maniera aggressiva e minacciosa».

La donna ha poi aggiunto che Weinstein ha continuato a molestarla fino al 2011, danneggiando la sua salute fisica e mentale.

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