"Misure attese da molti anni Ora appalti più trasparenti"

Il presidente Ance: "Il lavoro del governo è lodevole. Più giusto dare i ristori che bloccare i cantieri"

"Misure attese da molti anni Ora appalti più trasparenti"

Il decreto Recovery appena approvato alla Camera prevede che in caso di ricorso al Tar, le opere del Pnrr proseguano senza interruzioni. «Finalmente. Lo chiedevamo da anni», sospira il presidente dell'Ance, l'Associazione che rappresenta l'industria italiana delle costruzioni, Gabriele Buia.

Cosa significa per le imprese?

«Da tempo avevamo proposto che in caso di ricorso su un'aggiudicazione di un'opera questo seguisse una strada diversa, con un giudice che chiaramente poi avrebbe deciso, ma senza bloccare l'opera. Se c'è un danno per l'impresa arrivata seconda, lo Stato la ristora, ma intanto si va avanti con i lavori. La nostra proposta fino al governo Draghi non era mai stata presa considerazione. È lodevole l'opera di questo governo e di tutti i ministri che stanno lavorando e correndo per mettere mano alla macchina pubblica per sburocratizzare e accelerare. Anche questo lo chiedevamo da anni perché il settore delle opere pubbliche e private è in fortissima difficoltà, ed è quello che impatta maggiormente con pubblica amministrazione. Senza semplificazione affrontare la sfida del Pnrr sarebbe impossibile. Mi auguro però che lo sforzo che sta facendo questo governo non resti solo per le opere del Piano del 2026, ma possa guardare anche agli anni futuri. Tutto vorrei vedere tranne che tornare ai vecchi esempi».

Si prevedono decine di commissari per le opere contenute nel Pnrr. Basteranno per sbloccarle?

«La necessità oggi di nominare 42 commissari per 101 opere vuol dire che le norme fino a oggi hanno fallito, e che quindi quello che noi come categoria abbiamo sempre chiesto, purtroppo inascoltati, non erano falsità ma istanze corrette. Detto questo ben vengano i commissari, sono figure necessarie per accelerare le procedure e per centrare gli obiettivi».

Sono state accolte tutte le vostre richieste?

«C'è stata una dimenticanza che mi auguro possa venire risolta al prossimo passaggio del decreto: è necessario che per le opere bandite con le procedure negoziate ci sia massima trasparenza e rotazione degli inviti a partecipare, perché con le procedure negoziate - che non prevedono pubblicizzazione - le amministrazioni potrebbero rivolgersi a chi vogliono. Abbiamo chiesto che i bandi vengano pubblicizzati prima, altrimenti si rischia di disincentivare le associazioni temporanee di imprese (Ati), che sono uno strumento di forte impulso alla crescita delle nostre pmi».

Saranno in grado le piccole e medie imprese di affrontare la mole di opere del Pnrr?

«Il nostro settore esce molto penalizzato da 11 anni di crisi, abbiamo perso tantissime imprese anche le più grandi, e per questo sono necessarie politiche di crescita rivolte alle aziende piccole e medie. Noi affiancheremo il governo per dare gli strumenti necessari. Ma anche per questo, abbiamo chiesto - e ribadiamo la richiesta all'esecutivo - che le grandi opere del Pnrr vengano suddivise in lotti, ove possibile».

Perché?

«Le imprese che oggi in Italia possono affrontare tali entità di appalti sono due. Bisogna fare in modo che tutto il tessuto imprenditoriale venga coinvolto.

Non solo, abbiamo problemi importanti oltre che nelle materie prime anche nel reperimento di manodopera. Chiediamo l'intervento del governo perché senza forza lavoro rischiamo di non poter completare queste opere. Il 2026 è dietro l'angolo».

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