Morire della morte del figlio

Alfredo Nocerino ha voluto morire soffocato dal gas, nello stesso garage in cui persero la vita suo figlio e la fidanzata

Il 24enne Vincenzo Nocerino
00:00 00:00

Alfredo Nocerino ha voluto morire soffocato dal gas, nello stesso garage in cui persero la vita suo figlio e la fidanzata. I due ragazzi, profondamente addormentati, forse dopo aver fatto l'amore in macchina, non si accorsero dei fumi di cui quell'angusto spazio si era saturato e morirono asfissiati nel sonno. Anche nel gesto suicida di Alfredo (nella foto) si può cogliere l'amore. Morire nello stesso modo del figlio deve avergli permesso di sentirlo accanto a sé ancora una volta e avrà sperato di raggiungerlo nello stesso luogo per ricongiungersi con lui per l'eternità. Anche Alessia Pifferi dice di voler morire di stenti come accadde alla figlia di 18 mesi che aveva lasciato a casa da sola con due biberon di latte e uno di thè, per tornare dalla sua vacanza con il fidanzato sei giorni dopo. La piccola avrà patito le pene dell'inferno che ora tutti stanno augurando a lei, madre assassina senza amore. Alessia Pifferi non ha la stessa forza che Alfredo Nocerino ha utilizzato per compiere quel gesto che va contro l'istinto di sopravvivenza e neanche la stessa capacità d'amare. La specie umana è dotata di particolari sistemi biologici innati che fanno si che alla richiesta di accudimento da parte del figlio si attivi nella madre una risposta che soddisfa il bisogno di protezione e serenità del bambino. Il sistema d'attaccamento motiva i genitori ad offrire aiuto al figlio finché ne avrà necessità. La Pifferi non ha immaginato la piccola Diana che si contorceva dalla fame mentre si divertiva con il fidanzato, altrimenti non avrebbe resistito al richiamo d'accudimento. Quando si assiste ad una scena in cui qualcuno è in serie difficoltà porgiamo aiuto anche per un altruismo egoistico. Essendo dotati di neuroni specchio siamo capaci di immedesimarci e provare la stessa emozione di chi stiamo osservando o anche soltanto immaginando in una situazione di malessere. L'immedesimazione provoca una angoscia empatica e fa si che non agire diventi penoso come se quell'evento stesse capitando anche noi.

L'angoscia empatica di Alfredo lo ha spinto a togliersi la vita. La Pifferi non ha provato angoscia empatica ma adesso non tollera la riprovazione sociale e spera di farsi perdonare con il digiuno per conquistare l'amore che non ha mai avuto e non sa dare.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
ilGiornale.it Logo Ricarica