Guerra in Ucraina

Mosca avanza, Kiev attacca le basi russe

Il Cremlino sfonda nel Donetsk, Yermak: "Il momento è critico". L'Ucraina distrugge 6 aerei nemici

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La frase «la guerra in Ucraina è una svolta decisiva», è stata ripetuta decine di volte negli ultimi due anni. Dai protagonisti in campo ma anche da decine di analisti, senza che poi alle parole seguissero fatti decisivi. Adesso, tra attacchi, avanzate, richieste di aiuti e caos assortiti, è il capo di gabinetto del presidente ucraino Andry Yermak a lanciare un messaggio di pericolo e al tempo stesso di potenziale svolta. «È un momento critico per l'Ucraina», ha detto senza mezze misure, palesando le attuali difficoltà sul campo da parte delle forze di Kiev. «Il duro colpo che l'Ucraina ha subito nelle ultime tre settimane fa parte della campagna russa in vista di una grande offensiva che potrebbe iniziare alla fine di maggio o all'inizio di giugno. Senza sistemi di difesa aerea è impossibile difendere le nostre città, è molto importante che il pacchetto di aiuti venga approvato al più presto», ha aggiunto, fotografando in modo probabilmente molto reale l'attuale realtà dei fatti.

Perché se è vero che la Russia è sempre più isolata rispetto all'Occidente, la conversione interna in economia di guerra gli ha permesso di stare al passo col conflitto mentre l'Ucraina, a corto di aiuti, arranca. E così in alcune zone, come a Chasiv Yar nel Donetsk, le truppe russe sono ormai a 500 metri dalla cittadina. In altri villaggi, come Vodyanoye, sono già entrate e il rischio di avanzata multipla è concreto. Insieme all'attività delle truppe di terra, continua l'attacco con missili e droni kamikaze. Diverse esplosioni sono state avvertite a Odessa, colpito anche l'oblast di Sumy e Zaporizhzhia. Un pesante attacco ha invece riguardato Kharkiv, la seconda città dell'Ucraina, provocando quattro morti e 12 feriti tra i civili. Bombardato e distrutto anche l'ufficio di Medici Senza Frontiere a Pokrovsk. Secondo il Cremlino, i bombardamenti dell'ultima settimana sull'Ucraina sono «una risposta ai tentativi del regime di Kiev di causare danni all'industria petrolifera e del gas e agli impianti energetici della Russia». Attacchi che restano una delle principali forme di risposta da parte di Kiev. In uno di questi, particolarmente significativi, è stata presa di mira la base di Morozovsk, nel Sud della Russia. Nel raid con droni sarebbero state uccise venti persone, distrutti 6 aerei militari e danneggiati seriamente altri 8 anche se Mosca non conferma. Colpita per l'ennesima volta la città di Kursk e anche una base militare filorussa in Transnistria, in Moldavia. «L'autodifesa è legale. Ed è esattamente quello che sta facendo l'Ucraina», ha detto il segretario della Nato Jens Stoltenberg che conferma una volta di più come l'Alleanza non abbia in programma di inviare truppe sul campo.

Intanto prosegue l'inchiesta farsa russa sull'attentato al Crocus City Hall di Mosca in cui hanno perso la vita oltre 140 persone. Nel continuare a cavalcare la linea della responsabilità ucraina nell'attacco, al di là di ogni evidenza che dice il contrario, investigatori russi sostengono di aver trovato «foto di persone in mimetica con la bandiera ucraina» nel cellulare di uno degli arrestati. Si tratta peraltro di immagini facilmente reperibili sul Web da chiunque e l'attendibilità degli investigatori russi in tal senso è pressoché nulla, costretti a difendere a ogni costo la tesi dettata dal Cremlino.

Soprattutto ora che sta rialzando la testa.

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