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"Mossa razzista e discriminatoria". L'ira di Ankara contro l'Austria

Il vicepremier turco: "Vienna distrugge i valori europei". Per il cancelliere Kurz si tratta di limitare "l'islam politico"

"Mossa razzista e discriminatoria". L'ira di Ankara contro l'Austria

Una mossa «islamofoba e razzista», che «uccide la libertà religiosa e di pensiero» e finirà col rendere «invivibile» l'Europa. La Turchia ha reagito duramente alla notizia che l'Austria espellerà dal proprio territorio decine di imam accusati di essere finanziati dal governo di Ankara e chiuderà 7 moschee dopo la circolazione di alcune fotografie scattate all'interno di uno dei principali luoghi di culto islamici di Vienna in cui si vede un gruppo di bambini inscenare la battaglia di Gallipoli - episodio della Prima guerra mondiale che ha visto la vittoria dell'Impero ottomano contro l'Intesa - con tanto di uniformi militari, marce e bimbi che si fingono morti avvolti nella bandiera turca. Ufficialmente da Vienna spiegano che la decisione di revocare il diritto di residenza agli imam - 60, secondo il ministro dell'Interno Herbert Kickl, 150 compresi i familiari - è motivata dal fatto che la legge austriaca vieta alle attività religiose in territorio nazionale di essere finanziate dall'estero. Le guide spirituali musulmane sono finite nel mirino del gabinetto di Sebastian Kurz perché membri dell'Unione culturale turco-islamica, organizzazione che gestisce diverse moschee austriache sovvenzionata dal Direttorio per gli Affari religiosi del governo turco. Che, infatti, non ha fatto attendere una reazione.

«La decisione di Vienna, motivata con una scusa patetica, è un riflesso dell'ondata populista anti-islamica, razzista e discriminatoria in Austria - ha scritto su Twitter Ibrahim Kalin, portavoce del presidente turco Recep Tayyip Erdogan - Le pratiche ideologicamente motivate del governo austriaco violano i principi legali universali, le politiche di integrazione sociale, i diritti delle minoranze e l'etica della coesistenza. Gli sforzi di normalizzare l'islamofobia e il razzismo vanno respinti in ogni circostanza».

Da Ankara si è aggiunta poi la voce del vicepremier Bekir Bozdag, che se l'è presa con il Vecchio continente in generale. «In Europa vengono uccise la libertà religiosa e di pensiero, la situazione diventerà invivibile a causa di questa violenza e oppressione - ha detto il vicepremier di Erdogan in dichiarazioni rilanciate dall'agenzia di stampa Dpa - L'Austria farà male a se stessa e distruggerà i valori fondamentali su cui si basa l'Europa».

Il cancelliere austriaco Kurz ha definito il provvedimento una stretta contro il cosiddetto «islam politico», cioè i movimenti politici che portano avanti l'ideologia islamista. Il premier 32enne, leader del Partito popolare austriaco, formazione conservatrice, guida una coalizione di governo di cui fa parte anche il partito di estrema destra Fpö, di cui è espressione proprio il titolare dell'Interno, Kickl.

La virata nazionalista e anti-migranti dell'esecutivo ha inasprito le relazioni con Ankara, rese ulteriormente delicate dal fatto che all'interno dei confini austriaci risiedono 600mila musulmani, la maggior parte dei quali di origine turca.

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