Elezioni Comunali 2016

Saviano: Napoli come Gaza, territorio di conquista

Napoli come Gaza, territorio di conquista per la più importante organizzazione politica e paramilitare del nazionalismo palestinese. Firmato: Roberto Saviano su la Repubblica

Saviano: Napoli come Gaza, territorio di conquista

“De Magistris è adesso pronto a vincere un nuovo ballottaggio catalizzando forze che vanno dall'ex rettore democristiano dell'Università di Salerno, Raimondo Pasquino, alle avanguardie di Hamas a Napoli”: avete letto bene. Napoli come Gaza, territorio di conquista per la più importante organizzazione politica e paramilitare del nazionalismo palestinese. Firmato: Roberto Saviano su la Repubblica. Quoque tu, Saviano, che pure hai fatto un’analisi molto lucida della sconfitta del Pd nella capitale del Sud Italia. Quoque tu, che non hai risparmiato i tuoi strali nemmeno al Movimento 5 Stelle per la quisquilia di Quarto e della sindaca Rosa Capuozzo.

Ora, il Giornale non è mai stato e mai sarà un sostenitore del sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Ma affermare che la sua vittoria al primo turno delle elezioni comunali abbia a che fare con la questione israelo-palestinese appare quantomeno esagerato. Ora: non ci piove che ci sia una sinistra antagonista, estrema, movimentista che ha trovato nel sindaco uscente un suo campione. Che ci siano gli orfani di Super Bassolino che non saprebbero a quale Santo (politico) votarsi, pure questo ci sta. Soprattutto quando vedono il Pd che abbraccia Denis Verdini e che vende i voti per le primarie un tanto al chilo fuori dai seggi, come ha documentato il video di FanPage.it. E certamente c’è un mondo di centri sociali a Napoli molto attivo, ma meno dell’epoca d’oro degli anni Novanta, quando Officina 99 e il Tien’a Ment erano luoghi di ritrovo di massa per molti giovani napoletani (il fenomeno musicale dei 99 Posse nasce proprio in quegli anni). C’è anche l’elemento di una distorsione ideologica per cui l’onestà personale è assurta a posizione politica di per se stessa, da valore individuale e da tassello chiave dell’etica della responsabilità che era e che dovrebbe restare.

A questo si aggiunga una città che di solito “tiene in canna”, cioè non può sopportare i presidenti del Consiglio, si chiamino Romano, Silvio, Mario, Enrico o Matteo. E ci si metta pure un atteggiamento mentale, lo “sputtanapoletanismo”, per cui qualsiasi critica alla città diventa per molti suoi abitanti come una bestemmia in chiesa; per cui acceleratore pigiato su “Napoli capitale”, “Napoli rivoluzionaria” e così via. Con la leggenda nera delle “mani sulla città” per non meglio identificate manovre opache da parte governativa su Bagnoli, leggenda alla quale molti elettori hanno creduto e credono. Questi sono alcuni degli elementi del consenso di cui gode de Magistris a Napoli. Allora come nasce l’intemerata di Saviano su Hamas a sostegno di de Magistris? Perché una candidata della lista Democrazia Autonomia (tra quelle in appoggio al sindaco uscente), Rosa Schiano, si fece ritrarre qualche tempo fa a Gaza in una foto con alcuni militanti del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina armati fino ai denti, con kalashnikov e bazooka. Il Fronte è un’organizzazione considerata terroristica da Unione Europea, Stati Uniti e Canada, e a ragione dal momento che il FPLP si è reso protagonista di attentati terroristici contro gli israeliani e, tra l’altro, del dirottamento della nave Achille Lauro nel 1985. La Schiano è una studentessa universitaria, attivista filo-palestinese a Gaza, volontaria di Emergency di Gino Strada, insomma una militante di sinistra radicale.

Alle elezioni comunali del 5 giugno Rosa Schiano ha ottenuto 470 voti, non esattamente un plebiscito “bulgaro”.

Ora, lungi da noi (figuriamoci!) difendere la Schiano, le sue posizioni e le sue frequentazioni politiche, ma è sufficiente una candidata con posizioni radicali pur assolutamente discutibili a qualificare il risultato di de Magistris e, in definitiva, la città di Napoli come preda delle avanguardie di Hamas? Per Roberto Saviano evidentemente sì. Insomma nelle urne di domenica, più che il lungomare pedonalizzato di Napoli, potè il lungomare di Gaza… e al ballottaggio tra una quindicina di giorni chi sarà decisivo? Non fosse che Osama bin Laden e il mullah Omar sono defunti, avremmo pensato a un tour elettorale pirotecnico sul Golfo…

Commenti