Salone del Mobile 2019

Il design del futuro rivisita il passato

Al Salone del Mobile oggetti che hanno fatto la storia del progetto e del costume riproposti in versione ipercontemporanea con nuovi materiali e nuove proporzioni

Il design del futuro rivisita il passato

Il Salone del Mobile edizione numero 58 ha aperto nel segno di Leonardo e della tradizione (che guarda al futuro). Fra le mille novità che vanno in scena negli stand di ben 2.350 espositori, è bello imbattersi in oggetti e progetti che hanno fatto la storia del design e del costume italiano. Rivedere pezzi entrati nell'immaginario collettivo come il sacco di Zanotta rieditato in nuove versioni (persino in forma scultorea), o lo storico contenitore componibile di Kartell lanciato nel '67 e oggi riproposto in bio plastica.

È bello riscoprire le icone del passato rivisitate in versione ipercontemporanea. L'aria che si respira fra i padiglioni della fiera è un'aria di innovazione e di futuro ma con uno sguardo ben aperto sulla tradizione italiana, una tradizione fatta (anche) di saper fare e di artigianalità, come ci ricorda l'installazione «De Signo. La cultura del design italiano prima e dopo Leonardo» a cura di Davide Rampello, un cortometraggio proiettato ogni 20 minuti in un grande box all'interno del Padiglione 24. Un inno a Milano dal '400 a oggi, la Milano capitale del design e dell'ingegno, modello di vita per il mondo oggi come nel Rinascimento quando Leonardo da Vinci arrivò a Milano chiamato da Ludovico il Moro. Ricordandoci che il Salone non è una semplice fiera, ma affonda le sue radici in una storia iniziata nel Rinascimento.

Ecco allora che molte aziende tornano a riproporre le icone del passato rivisitate in chiave contemporanea, con nuovi materiali e nuove proporzioni. Ecco che Zanotta celebra i 50 anni del «Sacco» con una scultura in marmo Carrara grigio (pesa 730 kg) dell'artista indiano Krishnaraj Chonat, ma anche in versione poltrona con un nuovo rivestimento «tulip» decorativo. E poi riedita un divano dell'82 di De Pas, D'Urbino e Lomazzi, «Milano +»: un tempo monoblocco fisso, oggi sistema modulare aggiornato nell'ergonomia, negli spessori e nei materiali.

Ecco che Cassina nello store-showroom di via Durini ridisegnato da Patricia Urquiola accosta le nuove collezioni a pezzi-icona, come le poltroncine che omaggiano Pierre Jeanneret, le leggendario Superleggere di Gio Ponti, o lo storico contenitore «Bramante» con una nuova laccatura sfumata e tanto di luce interna. Ecco che Mdf celebra i 10 anni dei tavoli geometrici «Tense» di Pier Giorgio e Michele Cazzaniga, proponendoli in versione «spatolato cemento» in rosso lacca, in noce nazionale o con nuove forme arrotondate. E i 10 anni della poltroncina «Flow» di Jean Marie Massaud, che si smaterializza e diventa «Flow Filo», in tondino d'acciaio, seduta e schienale in pelle, un perfetto mix di design e artigiananlità italiana.

E Kartell, che festeggia i suoi primi 70 anni con una nuova sedia progettata da Starck e da un software di intelligenza artificiale, dimostra anche come un'icona si può ripensare con un materiale innovativo e attuale e ripropone il «Componibile» disegnato da Anna Castelli Ferrieri nel '67 fatto con la bio plastica. Da De Padova lo sguardo torna agli anni '50 con il coffee table «Connecticut Table» di Hans Rinsom con la stessa base triangolare geometrica ma in materiali nuovi. E la luce «Anna» di Paolo Tilche, che amava ripetere: «Non mi piacciono le luci che vanno negli occhi ma quelle che guardano dove disegno», e rieccola qui, piccola ma molto potente.

Anche B&B Italia festeggia il 50° anniversario della leggendaria Serie «UP» di Gaetano Pesce e porta in fiera la sedia «Catilina», quintessenza del design italiano disegnata da Luigi Caccia Dominioni per Azucena.

Mentre Flos lancia la riedizione di un oggetto culto anni 60, la lampada «Chiara» di Mario Bellini (che compie 50 anni), e introduce la prima edizione di uno straordinario progetto del 1957 disegnato da Achille e Pier Giacomo Castiglioni, la lampada Bulbo.

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