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Netanyahu spiato ancora da Obama

Intercettato negli ultimi mesi: gelo Israele-Usa

Netanyahu spiato ancora da Obama

Barack Obama, dopo il terremoto del Datagate, aveva promesso di non spiare più i leader alleati. Il Wall Street Journal ora rivela come la promessa in parte non sia stata mantenuta, causando non poco imbarazzo alla Casa Bianca. Bersaglio numero uno delle intercettazioni della Nsa negli ultimi mesi è stato Benyamin Netanyahu, il premier israeliano sempre più in rotta di collisione col presidente americano per la sua contrarietà allo storico accordo sul programma nucleare dell'Iran.Ma non solo. Secondo quanto rivelano fonti dell'intelligence e dell'amministrazione Usa, gli 007 della Nsa avrebbero avuto carta bianca per «monitorare» anche leader di Paesi della Nato come il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

E avrebbero continuato a tenere sotto controllo persino le comunicazioni dei più stretti consiglieri e collaboratori di Angela Merkel e François Hollande. Insomma, si tratta di rivelazioni che potrebbero far riesplodere lo scandalo provocato in origine dalle rivelazioni della «talpa» Edward Snowden, ora rifugiata in Russia. Con il governo israeliano pronto a presentare una protesta formale alla Casa Bianca. Mossa che complicherebbe il disgelo in atto tra Obama e Netanyahu dopo le tensioni degli ultimi anni.Il ministro israeliano responsabile dei servizi ha fatto sapere che si stanno verificando i fatti. Fatti che parlano di telefonate intercettate non solo tra Netanyahu e i suoi consiglieri, ma anche tra questi e alcuni membri del Congresso americano e i leader delle associazioni israelitiche americane. Obiettivo delle intercettazioni: contrastare la campagna di Netanyahu contro l'accordo nucleare con Teheran.

Erano i giorni in cui al Congresso Usa si giocava una delicatissima partita e il premier israeliano fu a sorpresa invitato dai repubblicani a parlare a Capitol Hill, all'insaputa della Casa Bianca, scatenando la collera del presidente Obama e provocando la più grave crisi nei rapporti tra Usa e Israele degli ultimi decenni.Fonti governative di Gerusalemme affermano che «se le notizie fossero vere sarebbe necessaria una reazione». Tuttavia la reazione del ministro dell'Energia Yuval Steinitz, che è stato responsabile dell'intelligence in un precedente esecutivo, è stata fredda. «Non sono certo balzato sulla sedia di fronte alle rivelazioni», ha dichiarato. «Noi sappiamo che a livello internazionale la regola è che tutti spiano tutti e tutti cercano di intercettare tutti» ha detto il ministro a radio Gerusalemme. «Noi facciamo eccezione, perché noi non compiamo intercettazioni, non ascoltiamo e non raccogliamo intelligence negli Stati Uniti.

Ci sarebbe da aspettarsi che anch'essi si comportino allo stesso modo con noi».

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