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New York come il Cile: "In metro senza pagare". Ocasio Cortez coi ribelli

Santiago fa scuola: "evasione di massa" ai tornelli contro il caro biglietti (2,75 dollari)

New York come il Cile: "In metro senza pagare". Ocasio Cortez coi ribelli

San Paolo. Se il 68 nacque nell'università di Berkeley contro la guerra del Vietnam, oggi il nemico delle proteste antisistema sembrano essere diventate le metropolitane. E così dopo quella di Santiago del Cile, attaccata e semidistrutta nelle settimane scorse, venerdì notte è stata quella di New York a sperimentare la cosiddetta «evasione di massa», ovvero una turba di persone che travolgendo agenti di polizia e controllori ha evitato di pagare il biglietto. Lo stesso schema che aveva dato fuoco alle polveri alla ribellione cilena è stato così ripetuto nel weekend scorso da un migliaio di persone della Grande Mela, soprattutto giovanissimi dotati di smartphone, molti a volto coperto che, tutti assieme e con una forza incontenibile, hanno saltato i tornelli stazione della metro Hoyt-Schermerhorn, a Brooklyn. Insomma, se «fare i portoghesi» in passato significava solo non pagare il biglietto oggi è invece diventata la forma preferita dei millennial per protestare contro il sistema «capitalista e razzista» dove «all cops are bastards», Acab lo slogan ben noto anche in Italia, ripetuto centinaia di volte sia a Santiago che l'altro ieri a New York.

Il Cile sta facendo scuola a tal punto che sulla metro di New York sono persino apparsi adesivi del Negro Matapacos («Nero Uccidi Sbirri» in italiano), il cane diventato simbolo dell'anarchia e delle proteste studentesche cilene del 2011 perché abbaiava furiosamente e mordeva i polpacci dei carabinieri. Certo, fa impressione vedere nella città simbolo del capitalismo tanti pugni chiusi alzati contro il caro biglietto 2,75 dollari il costo così come leggere i volantini degli organizzatori della protesta, firmati Decolonize This Place, New York Shut It Down (Decolonizzare questo luogo, New York chiudila). «Siamo in ribellione, in solidarietà con tutto il popolo oppresso e intimiamo l'establishment cittadino: devono cancellare due loro decisioni, aprire nuove prigioni e sguinzagliare 500 nuovi agenti di polizia a custodia della metropolitana di New York». Per poi chiosare minacciosi: «Guardate cosa sta succedendo in Cile, in Libano, ad Haiti, in Ecuador. Ci stiamo sollevando!». Il busillis per scatenare il caos nella metro a Brooklyn è stato un video diventato virale sui social in cui si vede un giovane immobilizzato da una decina di agenti per avere saltato il tornello, lo scorso 26 ottobre. Ma dietro c'è molto di più.

Così come il partito comunista ha cavalcato i disordini per recuperare spazio politico in Cile, a fare la stessa cosa a New York è stata Alexandria Ocasio Cortez, una delle politiche statunitensi più influenti, con le idee socialiste di Bernie Sanders ma assai più giovane e con un potenziale politico enorme. «Farla finita con l'incarcerazione di massa significa sfidare un sistema che imprigiona i poveri per liberare i ricchi. L'arresto di persone che non possono permettersi un biglietto di 2,75 dollari non rende nessuno più sicuro e destabilizza la nostra comunità. I newyorchesi lo sanno e si difendono a vicenda», ha scritto Ocasio Cortez per i suoi oltre 5 milioni di follower su Twitter, postando il video di un'attivista del Queens, il filomarxista Rafael Shimunov del comunista Working Families Party. Circondato da pugni chiusi multicolori il video era accompagnato dal seguente commento: «Siamo invincibili insieme. Ecco come trionfiamo. Migliaia di membri della mia famiglia di New York protestano contro la violenza della polizia e la criminalizzazione della nostra gente che non può permettersi di pagare la metro.

Hanno preso il controllo e non hanno pagato e la polizia ha dovuto arrendersi!».

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