La partita dei rinnovi contrattuali: guerra tra Fiom e Federmeccanica

P er Matteo Renzi nel 2016 c'è qualcosa di più decisivo dello stesso referendum sulle riforme. Si tratta del completamento ideale del Jobs Act con una legge che stabilisca il salario minimo. La legge delega lasciava al governo la facoltà di intervenire sulla materia, soprattutto per i dipendenti che non rientrano in nessuno dei contratti nazionali. Ma oggi la questione è superata, o per meglio dire amplificata, dalla stagione dei rinnovi contrattuali che sta per aprirsi e dalle previsioni della legge di Stabilità. Federmeccanica ha predisposto una piattaforma che rende il vecchio contratto una cornice da riempire su base aziendale: gli aumenti retributivi sarebbero sospesi quest'anno e recuperati nel 2017, mentre nel 2016 ci si concentrerebbe su premi di produttività (detassati nuovamente dalla manovra) e forme alternative di welfare.

La proposta, che ha anche il dichiarato obiettivo di riportare Fca nella famiglia di Confindustria, è guardata favorevolmente da Sergio Marchionne e dall'ala destra del governo rappresentata da Ncd con l'ex ministro Maurizio Sacconi. La Fiom di Maurizio Landini è nettamente contraria. Comporre il puzzle sarà difficile.GDeF

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