Coronavirus

Il piano anti-chiusure con il super Pass

Domani il Cdm sul certificato: Lega e M5s frenano. "No" di Brunetta al lavoro agile

Piano anti-chiusure con il super Pass. Tensioni su obbligo e smart working

Il governo si muove su un terreno scivoloso. Da un lato la variante Omicron dilaga: la fondazione Gimbe evoca lo scenario terribile di 2 milioni di positivi nelle prossime due settimane, che spingerebbe in lockdown il 5 per cento della popolazione italiana. Dall'altro, il via libera all'obbligo del green pass rafforzato per i lavoratori rischia di mandare in tilt alcuni settori essenziali, trasporti, collegamenti marittimi, mense. Sul tavolo del governo spunta l'ipotesi di allargare le maglie dello smart working per superare gli ostacoli (i possibili esoneri, i ricorsi, il completamento ciclo vaccinale) sull'entrata in vigore del green pass rafforzato sui luoghi di lavoro. La richiesta arriva da più fronti: sindacati e M5S. Una misura che consentirebbe di ridurre l'impatto sulla macchina amministrativa dei ritardi dovuti al completamento del ciclo vaccinale da parte dei lavoratori. Ma sul ritorno al lavoro agile non c'è accordo. C'è il «no» netto del ministro per la Funzione pubblica Renato Brunetta.

Nel mezzo, la spaccatura delle forze politiche di maggioranza, che giocano la propria partita e non sono compatte sull'ok al pass vaccinale per i lavoratori. Ecco, dunque, che il primo obiettivo dell'esecutivo è scongiurare la paralisi dell'Italia: un piano per evitare il blocco del Paese nei prossimi mesi. Sullo sfondo riesplode la bomba scuola. Sale il pressing dei governatori che chiedono di rinviare il ritorno in classe. Il presidente della Campania Vincenzo De Luca minaccia il ritorno in Dad. Però sulla scuola il governo sembra irremovibile: si ritorna in classe il 10 gennaio, fanno sapere ieri fonti di Palazzo Chigi. E dunque, se, da un lato, la decisione di varare l'obbligo del green pass nel prossimo Consiglio dei ministri (previsto per domani) sembra cosa fatta, in queste ore, governo, Cts e Istituto superiore di sanità lavorano al piano per scongiurare la paralisi. Dopo la revoca della quarantena per chi ha completato il ciclo vaccinale con tre dosi, un altro provvedimento che va in questa direzione è pronto: la possibilità di riattivare il green pass per i guariti che abbiano fatto un solo tampone risultato negativo. Una misura che punta a superare lungaggini e ritardi. Il vero banco prova sarà però l'entrata in vigore del green pass rafforzato per accedere ai luoghi di lavoro. Alle difficoltà di natura tecnica, si aggiungono le divisioni politiche. Per il ministro Brunetta non ha alcun senso scaglionare l'entrare in vigore dell'obbligo green pass per i lavoratori. Si deve partire tutti insieme. E subito. I numeri sono chiari. Posizione condivisa da tutta la delegazione di Fi. E su cui c'è l'avallo sia del ministro della Salute Roberto Speranza che del premier Mario Draghi. Anche Pd e Italia Viva sono per l'obbligo green pass subito e senza gradualità. La Lega spinge per un obbligo graduale, blando, calibrato sulla fascia d'età e sulle categorie. La posizione del capodelegazione leghista, Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, è quella di mettere in sicurezza prima gli over 65 negli uffici. E poi allargare la platea per le altre fasce d'età. Operazione non semplice.

Un punto sembra acquisito: il green pass rafforzato per i lavoratori sarà obbligatorio non subito ma sarà concesso un periodo per mettersi in regola. Si partirà il primo febbraio. Divisioni per fascia d'età, categorie e ampliamento dello smart working sembrano ora le opzioni sul tavolo del governo. C'è poi tutto il capitolo che riguarda gli isolani (chi vive sulle Isole). «Con il super green pass, se non si è vaccinati non si possono utilizzare mezzi di trasporto come aerei, treni, navi, traghetti o autobus», avverte la senatrice del gruppo Misto, Bianca Laura Granato. Non solo: c'è il problema dei lavoratori dei collegamenti marittimi che senza green pass saranno costretti a fermarsi. Sarà complicato garantire le corse giornaliere. Tra le forze di maggioranza anche la posizione dei Cinque stelle non è chiara. Un'assemblea congiunta dei parlamentari M5s è prevista per le 17,30 di oggi. All'ordine del giorno il tema dell'obbligo vaccinale.

E non sarà un «sì» senza polemiche.

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