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Pochi, pacifici e controllati Parigi esce illesa dai gilet gialli

Il pugno duro del governo funziona solo nella capitale. Scontri e feriti invece nel resto della Francia

Pochi, pacifici e controllati Parigi esce illesa dai gilet gialli

Stavolta si sono dati una calmata. O, meglio, hanno avuto paura di essere arrestati. Nel 19esimo atto di protesta dei gilet gialli, i casseur si sono visti poco, a Parigi: ne sono stati fermati 70 prima che potessero scatenare il caos nella capitale. Dopo il sabato nero sugli Champs-Elysées dell'atto XVIII, le accuse di lassismo al governo e le disfunzioni nel dispositivo di polizia costate il posto al prefetto Michel Delpuech sostituito da un collega di Bordeaux, ieri, più che la «risposta ferma» dell'esecutivo, è tornata la versione pacifica dei gilet gialli. Quella che in origine aveva ottenuto le simpatie dei francesi prima d'essere oscurata dalle violenze.

Una marcia di circa 5mila persone nella capitale su un totale di 40.500 in tutta la Francia. Dall'alto in basso della collina del Sacro Cuore. Poi verso il Trocadero. La prefettura, nell'occhio del ciclone per la disastrosa gestione di sabato, sciorina cifre da servire ai media all'ora di pranzo: 6.825 controlli preventivi e 49 verbali ad altrettante persone pizzicate nei perimetri vietati: tra loro Éric Drouet, volto noto del movimento, intercettato nella zona commerciale Les Halles. Per lui, verbale per «manifestazione non dichiarata». Multe da 38 a 135 euro e controlli stringenti anche alle stazioni.

«Disposizioni del nuovo prefetto, un cow-boy», dice un poliziotto a Libération di Didier Lallement. I 40 mezzi schierati, oltre ai 5.700 gendarmi accanto ai militari della forza antiterrorismo Sentinelle, schierata per la prima volta, hanno impedito scene di razzie e vandalismi. «Le consegne di fermezza hanno permesso di mantenere l'ordine ed evitare sconti» ha dichiarato il ministro degli Interni Christophe Castaner. Off limits gli Champs-Elysées, occupati militarmente dai blindati. Come pure l'area dall'Eliseo all'Assemblea nazionale. «Soldati pronti a sparare in caso di minaccia», aveva assicurato il generale Bruno Le Ray, sollevando una certa inquietudine tra i militari.

Da Denfert-Rochereau, il corteo principale ha visto sfilare con i gilet gialli il leader della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon, tra i primi a sostenere le ragioni dei manifestanti. Ma anche Olivier Besancenot e Philippe Poutou, due ex candidati alle presidenziali. Tensioni in serata su boulevard de Strasbourg: pattumiere bruciate e proiettili flash-ball contro alcuni manifestanti dispersi in pochi minuti. Risposta ferma, grazie al neo dispositivo di sicurezza con due droni in cielo e una nuova unità speciale a terra, autorizzata all'uso di cartucce LBD per mantenere l'ordine. Nizza invece nel panico, dove oggi è atteso il presidente cinese Xi Jinping. Centinaia di gilet gialli hanno tentato di raggiungere la piazza vietata: 80 fermi e decine di feriti. Scontri anche a Lille, Tolosa e Montpellier. In strada, in tutto il Paese, circa 8 mila persone. Un calo fisiologico dopo quattro mesi di blocchi stradali, liste annunciate e ritirate in vista delle elezioni europee: un voto che, stando all'ultimo sondaggio Ifop-Fiducial pubblicato venerdì, vede Emmanuel Macron e Marine Le Pen a un'incollatura (23%, 20,5%).

La formazione dei gilet gialli è al 5%: politicamente cruciale per la vittoria dell'uno o dell'altra.

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