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Da Lo Porto alla Solesin, la lunga scia di sangue

Il Bardo, il Bataclan, Kabul e Ouagadougou: qui sono state versate le nostre lacrime

Da Lo Porto alla Solesin, la lunga scia di sangue

L'Italia per il momento non è stata teatro di nessun grande attentato internazionale ma ha pagato un pedaggio pesante alle azioni dell'Isis e delle altre sigle dell terrore mondiale negli ultimissimi tempi.

Il 2015 è stato un anno maledetto, iniziato il 18 marzo 2015 con l'attentato al museo del Bardo di Tunisi, per mano dell'Is. Tra i 24 morti della capitale tunisina, per la maggior parte turisti, ci sono quattro vittime italiane: Antonella Sesino, 54 anni, dipendente del Comune di Torino, Giuseppina Biella, una settantenne di Meda, vicino a Monza, che era in vacanza in Tunisia insieme al marito, il torinese Orazio Conte, informatico di 54 anni, e Francesco Caldara, pensionato di Novara in vacanza con la compagna rimasta ferita.

Il 13 maggio 2015 Alessandro Abati, 47 anni, di Alzano Lombardo (Bg) è una delle 14 vittime dell'attacco talebano alla guesthouse di Kabul, in Afghanistan. Esperto di diritto internazionale nel campo del Public Private Partnership, per oltre 15 anni aveva lavorato come consulente in diversi Paesi, dai Balcani all'Est Europa, dal Medio Oriente all'Asia centrale.

Il 28 settembre 2015 è il cooperante italiano Cesare Tavella, 50 anni, a finire ucciso in un agguato nel quartiere diplomatico di Dacca, proprio in Bangladesh. L'uomo, che lavorava per una Ong olandese, stava facendo jogging quando gli hanno sparato più volte. L'omicidio è stato rivendicato dall'Is.

Il 13 novembre dello stesso anno l'Italia è sconvolta dalla fine di Valeria Solesin, studentessa veneta dal sorriso dolcissimo che finisce uccisa nel Bataclan, la sala concerti nella quale centinaia di giovani vengono falcidiati dal commando dell'Isis durante un concerto. La ragazza diventa il simbolo delle vittime italiane del terrorismo. Il 15 gennaio 2016 muore Michel Santomenna, 9 anni. Si trovava con la mamma nel bar-ristorante di suo padre Gaetano, il «Cappuccino», a Ouagadougou, colpito da un attentato jihadista in cui muoiono in 29.

Tra le vittime italiane va annoverato anche Giovanni Lo Porto, il cooperante palermitano rapito nel gennaio 2012 da miliziani mentre lavorava presso la Ong tedesca Welt Hunger Hilfe nella città pakistana di Multan, e ucciso il 15 gennaio 2015 da un drone statunitense sul confine tra Afghanistan e Pakistan .

Per la sua morte il presidente Obama chiede scusa.

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