«Ci sono disperazione e miseria, iniziano ad aprirsi crepe sociali: dobbiamo avviare una grande riforma per dare più governo e più sovranità all'Unione». Così David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, in una intervista a Repubblica ha proposto la cancellazione dei debiti accumulati dai governi per rispondere al Covid. L'esponente del Pd ha inoltre auspicato l'emissione di Eurobond in maniera permanente e un nuovo Mes gestito direttamente dalle istituzioni europee e riforma dei trattati per eliminare il diritto di veto nell'Ue.
La proposta ha avuto un'ottima accoglienza in Italia, soprattutto da parte di Leu. «L'idea di cancellare i debiti contratti per contrastare la diffusione del Covid-19 e la revisione del Mes sono due punti fondamentali per la tenuta delle democrazie europee», ha commentato il portavoce di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. «Proposte lungimiranti», gli ha fatto eco l'ex segretario Pd, Maurizio Martina. «Finalmente», ha chiosato l'ex viceministro dell'Economia, Stefano Fassina (Leu) sostenendo la necessità di «trasformare in titoli perpetui il debito pubblico acquistato dalle banche centrali nazionali durante la pandemia su input Bce».
Analogo entusiasmo da parte della sinistra non si era però registrato nel maggio 2018 quando Lega e M5s fecero filtrare una prima bozza del contratto di governo che avrebbe portato alla formazione del primo esecutivo Conte. Quel testo proponeva la cancellazione di 250 miliardi di debito pubblico italiano acquistati dalla Bce con il quantitative easing per dare respiro alle casse dello Stato. Un'ipotesi che si sarebbe dovuto accompagnare con un acquisto forzoso da parte degli italiani di un fondo costituito da immobili pubblici.
Insomma, a seconda delle stagioni, la medesima proposta può essere geniale o pessima. Certo, l'idea di Salvini e Di Maio, concentrata solo sul debito italiano, avrebbe creato problemi di credibilità al Paese sui mercati internazionali oltre a confliggere con lo statuto della Bce.
Ma anche la proposta Sassoli non è molto migliore. Come ha spiegato Carlo Calenda, «l'Europa non è un'entità astratta: se cancella i debiti deve metterci dei soldi e i soldi derivano dal bilancio e il bilancio lo sostengono gli Stati».
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