Migliaia di persone hanno protestato a Malmoe, in Svezia, contro la partecipazione di Israele all'Eurovision Song Contest. Questa sera la finale. Nel mirino in particolare la cantante israeliana Eden Golan. Si tratta della prima delle due grandi manifestazioni pro-Gaza organizzata da «Stop Israel», una rete di circa 60 gruppi politici, tra cui il partito della sinistra che occupa alcuni seggi nel parlamento svedese, e Fridays for future, il movimento per il clima guidato da Greta Thunberg, anch'essa presente per le strade della città svedese. Eden Golan ha portato la canzone Hurricane anche se inizialmente il brano doveva essere intitolato October Rain, ma i riferimenti agli attacchi di Hamas contro Israele hanno portato l'organizzazione dell'Eurovision a chiedere una modifica.
Alcuni artisti hanno esplicitamente respinto le richieste dei gruppi palestinesi di boicottare il concorso musicale, affermando di «credere fermamente nel potere unificante della musica». Eden Golan, che canta e balla fin da quando era bambina, ha dichiarato di essere fiera di rappresentare il suo paese proprio quest'anno. Israele è stato un forte contendente all'Eurovision negli ultimi anni, vincendo l'ultima volta con la canzone Toy di Netta nel 2018 (per un totale di quattro volte) e qualificandosi per la finale 12 volte dal 2003.
Ieri già durante le prove ci sono state proteste, tra cui fischi e slogan come «Palestina libera». Ingenti le misure di sicurezza con uomini dello Shin Bet, il servizio segreto israeliano, che ha passato più volte al setaccio la sala per evitare ogni possibile rischio di attentati o di infiltrazioni criminali.
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