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Alle "provinciali" trionfo di Sarkozy, ma Le Pen incalza

I socialisti di Hollande perdono metà delle poltrone. "Bleu Marine" va forte, ma non ne conquista alcuna

Alle "provinciali" trionfo di Sarkozy, ma Le Pen incalza

Tende la mano al vincitore delle «Provinciali», Marine Le Pen. L'Ump si conferma primo partito di Francia, seppur in tandem con i centristi dell'Udi. Sarkozy parla di vittoria storica della destra spiegando che non si è trattato solo di un voto locale («L'alternanza è in marcia e nessuno potrà fermarla»), ma del netto rifiuto delle politiche di François Hollande: «Le bugie sono state punite dalla urne». Terzi i socialisti che non evitano una disfatta su cui pesa anche l'astensione, in leggera crescita intorno al 50%. Perdono oltre la metà delle loro 61 province, quasi tutte passate alla destra gollista, che se ne assicura tra le 66 e le 71: tra loro anche i «feudi» del presidente Hollande e del premier Valls, la Correze e l'Essonne. Il Front National non ne conquista nemmeno una, pur avendo sperato fino all'ultimo di vincere nel dipartimento di Vaucluse, ma si prepara al già ribattezzato terzo turno, ovvero la fase in cui si possono creare alleanze laddove la vittoria del primo partito non sia stata schiacciante.

Marine Le Pen renderà noto oggi un documento da sottoporre ai singoli eletti per costituire delle maggioranze locali. «Ci sono cinque o sei punti che ci paiono urgenti da realizzare nei dipartimenti, non proporremo integralmente il programma del Front National, ma daremo un contributo». Abbassare le tasse laddove possibile – tema citato anche da Sarkozy ieri sera – difesa dei piccoli commercianti e lotta al fenomeno dei quartieri islamici, nuovi ghetti che secondo l'ultimo rapporto della polizia svelato da Le Parisien sono in aumento nelle piccole città. Un invito, quello di Le Pen, che solletica parecchi eletti tra le file Ump, ma Sarkozy pare contrario all'ipotesi di far sedere i suoi sugli stessi banchi con i lepenisti. Alla vigilia del voto, Sarkò aveva minacciato di «sbattere fuori dal partito» i candidati Ump esclusi dal secondo turno che avrebbero invitato a votare Fn ai ballottaggi. Ma il 27% degli elettori gollisti, secondo un sondaggio condotto da Odoxa, non sarebbe contrario a sostenere una parte del programma Fn e dunque, perché no, creare maggioranze Ump-Fn.

L'obiettivo è provare a resistere all'avvenuto recupero di consensi dell'avversario n°1: Sarkozy. Solleticando i neo-eletti con le sue proposte. Cautela dunque, anche per Sarkozy, che deve comunque prendere atto del miglior risultato della storia per il Front National, nonostante il successo dei suoi gollisti. L'esito del voto conferma anche la penetrazione del Front National, con un radicamento nel nord che preoccupa soprattutto la sinistra in vista delle regionali di dicembre; il Fn potrebbe vincere in almeno due regioni, dicono ora i sondaggisti. I socialisti minimizzano. Il premier Valls ammette la sconfitta, ma spiega ai giornalisti che non sarà necessario un rimpasto di governo: «Non è questa la priorità». Semmai, lascia intendere, bisogna prendere in considerazione coalizioni di governo locale Ump-Ps in un paio di dipartimenti, sempre in chiave anti-Le Pen. L'ala sinistra del partito si sta invece attrezzando per metterlo all'angolo in vista del congresso.

Mancata la vittoria, il Front National è secondo partito di Francia. Una Francia, ammette Valls, ormai tripartita. Ciononostante, un nuovo caso della cosiddetta diabolisation a danno di Marine Le Pen si è registrato ieri, nel piccolo comune di Hénin-Beaumont. Alcune militanti del gruppo Femen si sono radunate davanti ai seggi per l'arrivo della leader del Front, iscritta nelle liste elettorali della città guidata da un sindaco lepenista. La stessa in cui giovedì era stato dato alle fiamme il municipio imbrattato con minacce al primo cittadino. Le “Femen” avevano un logo FN disegnato sul petto e dei baffetti alla Hitler e cartelli con la scritta «Io sono fascista». La miglior risposta, secondo Le Pen, è quella venuta dalle urne: «La Francia ha creduto ancora in noi».

Ma la vittoria è ancora una volta di Sarkò.

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