Guerra in Ucraina

Putin a corto di argomenti gioca la carta Lukashenko. "L'Ue si prepara a colpirci"

Le risorse, pur abbondantissime, della retorica muscolare contro il nemico occidentale (cioè noi) stanno per esaurirsi, e allora Vladimir Putin gioca la carta Lukashenko

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Le risorse, pur abbondantissime, della retorica muscolare contro il nemico occidentale (cioè noi) stanno per esaurirsi, e allora Vladimir Putin gioca la carta Lukashenko. Gli sforzi per dimostrare al mondo che ci sono gli americani e i britannici dietro la strage del 22 marzo al Crocus City Hall non stanno producendo risultati: due giorni fa il ministero degli Esteri russo ha detto che «devono ancora essere forniti», ieri Putin ha assicurato che «le comunità criminali hanno spesso legami esteri, sicuramente arriveremo ai mandanti». Ma intanto, per coprire la figuraccia di un attentato mortifero che nonostante la propaganda martellante solo tre russi su cinque credono sia stato compiuto su istigazione ucraina, bisogna alzare il polverone della propaganda, suonare le trombe del nazionalismo contro i presunti aggressori esterni.

E allora avanti con i paroloni. «L'Isis-K è una creatura degli americani... Qualcuno pensava che fossimo l'anello debole, ma avrà ormai capito che si sbagliava - ha detto ieri Putin -. Qualcuno cerca ancora vendetta per i fallimenti nella lotta contro la Russia in epoche storiche passate, come accadde a Hitler e a Napoleone...». Pur grattando il fondo del barile, non rimane molto nell'arsenale retorico di Putin per additare l'America e l'Europa come nemici pronti ad aggredire la Russia, protettrice di sacri valori morali. Noi non attaccheremo mai la Nato, aveva detto qualche giorno fa il capo del regime di Mosca, concentrato sull'Ucraina (secondo il ministro della Difesa Shoigu da gennaio sono stati «liberati» 400 kmq): però mandare le truppe bielorusse a compiere esercitazioni ai confini europei si può, tanto lo sanno tutti che è come se fossero le sue.

Alexander Lukashenko, che dispone in tutto di 60mila effettivi ben addestrati e li utilizza per tenere a bada il suo stesso popolo, ha eseguito gli ordini arrivati da Mosca: fingere che Polonia, Lituania e perfino l'Ucraina minaccino militarmente la pacifica Bielorussia e mostrare i muscoli. Esercitazioni armate precedute dalla solita mitragliata di bugie: «Ci stiamo preparando alla guerra anche se non vogliamo combattere ha detto Lukashenko -. Non abbiamo bisogno di minacciare nessuno, ma l'Unione Europea si sta preparando ad aggredirci».

Fandonie talmente grossolane che non meriterebbero nemmeno risposta, ma una replica dall'ufficio di Bruxelles per la politica estera è comunque arrivata. «L'Unione Europea è un'alleanza difensiva e rappresenta una minaccia solo per coloro ha detto il portavoce Peter Stano - che disprezzano la democrazia, i diritti umani e che non rispettano le regole internazionali. Noi non consideriamo Lukashenko un presidente: ha frodato le elezioni, continua a opprimere il suo popolo ed è complice della Russia nell'aggressione illegale all'Ucraina». Stano ha chiarito che tutto ciò che l'Europa sta facendo «è lavorare per attrezzarci ad affrontare ogni minaccia che provenga da persone come Lukashenko».

Che pochi giorni fa si era fatto riprendere in divisa e con la faccia cattiva a parlare coi suoi generali di un possibile attacco allo strategico Corridoio di Suwalki che unisce Polonia e Lituania.

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