Guerra in Ucraina

Putin minaccia: "L'Ucraina sarà nostra"

Medvedev, avvertimento mafioso: "Se avessimo voluto colpire Zelensky lo avremmo fatto"

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Impunito. Impunibile. Sempre più spavaldo. Vladimir Putin non smette di sfidare l'Ucraina, l'Europa, l'Occidente, il mondo, facendosi beffe delle sanzioni economiche e morali né della giustizia internazionale che lo vede, come ricordato ieri dalla commissione europea Ursula von der Leyen «ricercato per crimini di guerra. C'è un'aula di tribunale che lo aspetta all'Aja». C'è da scommettere che la prospettiva di una condanna non faccia perdere il sonno allo Zar di tutte le Russie.

Che continua ad agitare spettri assortiti contro l'Europa. A Sochi, nel corso del Festival mondiale della gioventù, ha dato per certa l'annessione dell'Ucraina: «Sono sicuro che prima o poi la riunificazione di russi e ucraini, almeno a livello spirituale, avverrà e questo è inevitabile». Certo, «le manifestazioni più disgustose del nazionalismo interferiscono con questo, un veleno che avvelena la vita di molti popoli, anche oggi in Ucraina». Poi, a Krasnodar, evoca anche l'armageddon nucleare, parlando dell'ammodernamento del bombardiere strategico Tupolev Tu-160: «Abbiamo preso la decisione giusta, abbiamo praticamente creato un nuovo aereo. Non esiste un aereo simile in nessun'altra parte del mondo. Un bombardiere strategico supersonico che si muove a una tale velocità e capace di trasportano armi nucleari. In questo modo abbiamo rafforzato la nostra triade nucleare».

Parole che alzano il tiro, mostrando un Putin che non si accontenta più soltanto di amputare il territorio ucraino nelle zone occupate, ma che coltiva il sogno nemmeno troppo segreto di cancellare dalla carta politica l'Ucraina in toto, rovesciandone o addirittura cancellandone il governo. In questo senso va letto il quasi attentato dell'altro giorno al presidente di Kiev Volodymyr Zelensky, sfiorato da un missile mentre visitava Odessa con il premier greco Kyriakos Mitsotakis. Non un errore ma un avvertimento, come in qualche modo precisa il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo nonché colorito megafono di Putin Dmitry Medvedev: «Se l'obiettivo fosse stato fissato, lo avrebbero centrato. È un peccato che i missili siano finiti in un luogo prestabilito e che il caso non abbia deciso diversamente la sua sorte». Una vera minaccia in stile mafioso, traducibile in uno: stavolta abbiamo scherzato, magari la prossima volta magari no.

A Kiev non sono per niente tranquilli. Ihor Zhovkva, uno dei massimi consiglieri diplomatici ucraini, alla Cnn non esclude affatto che quello di mercoledì sia stato un attacco diretto alla delegazione greco-ucraina. Zelensky parla di «attacco incredibile» a proposito del missile che lo ha sfiorato e conferma che Putin non si fermerà: «Non credo che l'obiettivo di Putin siano i territori della Crimea e del Donbass. Non è interessato a una città o a un piccolo villaggio. Lui vuole distruggere tutta l'Ucraina e annetterla alla Russia con la violenza o con strumenti politici come ha fatto con la Bielorussia».

Zelensky ha anche respinto l'ipotesi si una tregua: «Servirebbe solo a rafforzare Putin, come dopo il 2014 - spiega ai microfoni di 5 minuti, intervistato da Bruno Vespa -. Un conflitto congelato, come lo sarebbe il nostro dopo una pausa nei combattimenti, sarebbe un grande problema per l'Ucraina e anche per tutta l'Europa».

Un problema chiamato Putin.

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