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Raccolto quasi un miliardo. E sulle donazioni è già bufera

Gilet gialli e sindacati: "I grandi gruppi pensano alla cattedrale e ignorano la miseria sociale"

Raccolto quasi un miliardo. E sulle donazioni è già bufera

Si sta per arrivare al miliardo. Sono già stati raccolti oltre 850 milioni di donazioni per la ricostruzione di Notre Dame. Molti dei quali da parte dei Big di Francia, le famiglie Pinault, Arnault, Bettencourt-Meyers, del gruppo Lvmh, L'Oreal e Total. Ma è già polemica in una Francia che fino a ieri era già attraversata da un forte disagio sociale, esploso con le proteste dei gilet gialli. E sono proprio loro, a meno di 48 ore dal rogo di Notre-Dame, a cavalcarla denunciando una «generosità selettiva» e sottolineando che da mesi manifestano per ottenere un aumento del potere di acquisto e aiuti per i più poveri senza grandi risultati. «Dobbiamo tornare alla realtà. C'è un'inerzia dei grandi gruppi di fronte alla miseria sociale e invece danno prova della loro capacità a mobilitarsi in una sola notte per Notre-Dame, staccando assegni da capogiro», ha dichiarato all'emittente Bfmtv Ingrid Levavasseur, una delle capofila dei gilet gialli, la prima ad annunciare la sua candidatura alle Europee, salvo poi fare marcia indietro per dissidi interni. Stessa considerazione arriva da alcuni sindacati francesi, sulla scia di mesi di proteste dei lavoratori in vari settori di attività. «Con un clic 100 milioni, 200 milioni. Ciò dimostra anche le diseguaglianze in questo Paese, che denunciamo spesso», ha sottolineato Philippe Martinez, segretario generale della Confederazione generale dei lavoratori (Cgt), parlando con l'emittente FranceInfo. «Se sono capaci di dare decine di milioni per ricostruire Notre-Dame, che la smettano di dire che non ci sono soldi per rispondere all'emergenza sociale», ha insistito il dirigente sindacale.

E non è l'unico filone di contestazione. C'è chi ricorda che la generosità dei donatori verrà in parte pagata con denaro pubblico: la legge Aillagon del 2003 prevede per le aziende una detrazione dalle tasse fino al 60% per chi fa filantropia nel settore della cultura. Una detrazione che raggiunge il 90% quando riguarda l'acquisto di beni culturali considerati «tesori nazionali» o con un interesse maggiore per il patrimonio nazionale. Un'agevolazione fiscale criticata dai gilet gialli e dal partito di opposizione France Insoumise (sinistra radicale), che chiedono maggiore giustizia fiscale. Perciò, per placare le polemiche, la famiglia Pinault ha annunciato che rinuncerà agli sgravi fiscali dei quali avrebbe potuto usufruire per la donazione di 100 milioni di euro fatta per la ricostruzione. «Non porterà nessuno sgravio fiscale. La famiglia Pinault ritiene che sia fuori discussione far portare il peso ai contribuenti francesi», annuncia François-Henri Pinault, presidente della holding e ceo del gruppo di lusso Kering.

Proprio ieri il premier francese, Edouarde Philippe, ha annunciato che la settimana prossima sarà presentato un progetto di legge per dare un «quadro legale» alle donazioni versate per la ricostruzione di Notre-Dame de Paris.

Il progetto di legge, in particolare, prevederà sgravi fiscali del 75% per le donazioni da parte di privati fino a mille euro e del 66% oltre questa somma, mentre «le imprese beneficeranno delle riduzioni di imposte dette di mecenatismo alle condizioni attuali», ha precisato Philippe al termine di un Consiglio dei ministri interamente dedicato alla ricostruzione di Notre-Dame dopo l'incendio di lunedì sera.

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