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Regeni, l'Egitto striglia l'Italia: "Dice il falso"

Il Cairo convoca il nostro e altri ambasciatori per le proteste sull'arresto dell'avvocato

Regeni, l'Egitto striglia l'Italia: "Dice il falso"

L'Egitto è furioso. Ce l'ha con i Paesi occidentali - in prima liena ovviamente l'Italia - che si sono permessi di condannare l'arresto dell'avvocato Ibrahim Metwally, che sta affiancando la famiglia di Giulio Regeni, il ricercatore friulano ammazzato al Cairo tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio del 2016. Metwally, attivista del movimento famiglie degli scomparsi in Egitto, è stato catturato il 13 settembre all'aeroporto del Cairo mentre era in partenza per Ginevra. Il viceministro egiziano degli Esteri Ihab Nasr ha convocato l'ambasciatore italiano e quelli di Germania, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Canada, e li ha pesantemente rimproverati per la nota congiunta in cui si esprimeva «profonda preoccupazione» per l'arresto di Metwally e si chiedeva all'Egitto di garantire «trasparenza sulle condizioni della prigionia in Egitto» e «la libertà della società civile e la protezione della tortura come sancito dalla Costituzione egiziana». In una nota diffusa dall'agenzia Mena il ministero esprime «forte indignazione» per quella che definisce «un'inteferenza inaccettabile ed evidente» delle cinque nazioni nelle «procedure giudiziarie dell'Egitto».

Il viceministro ha rassicurato i cinque diplomatici occidentali sulle condizioni di Metwally, che non sarebbe è trattato come un detenuto bensì tenuto in custodia cautelare nell'ambito di un'inchiesta della quale si sta occupando la procura generale. Il governo egiziano ha anche respinto «totalmente le allusioni contenute nel comunicato sulla situazione delle ong nel paese e su casi di tortura nelle carceri egiziane», dicendosi oltremodo scandalizzato per il fatto che «un comunicato del genere sia stato diffuso da paesi che chiedono il rispetto della sovranità delle legge e il principio della separazione dei poteri». Secondo il Cairo, insomma, l'Italia e gli altri Paesi occidentali si farebbero ingannare «da false notizie».

Nei giorni scorsi l'Italia ha chiesto una nuova richiesta di rogatoria alla Gran Bretagna per interrogare la professoressa Maha Abdel Rahman, tutor di Regeni all'università di Cambridge. In base a nuovi documenti, infatti, sarebbero emerse contraddizioni e lati oscuri nei racconti che la donna ha fatto a proposito del rapporto accademico con il ricercatore italiano, sull'oggetto della ricerca e sulla scelta del docente che lo avrebbe accompagnato nella sua ricerca partecipata in Egitto. I magistrati romani vorrebbero anche identificare e ascoltare tutti gli studenti che l'università ha inviato al Cairo dal 2012 al 2015 sotto il controllo della stessa professoressa per capire se le procedure adottate per Regeni fossero abituali o meno.

Molto controversa anche la figura diRabab Al Mahdi, la professoressa dell'Università americana del Cairo a cui proprio la Abdel Rahman avrebbe indirizzato lo studente italiano e di cui quest'ultimo non si sarebbe mai fidato.

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