Elezioni Regionali 2020

Regionali Calabria, il candidato del M5s voleva fare l'assessore nella giunta Pd

Francesco Aiello è stato indicato alla presidenza dal Movimento. Ma nel 2015 si era proposto come tecnico nella giunta di Oliverio

Regionali Calabria, il candidato del M5s voleva fare l'assessore nella giunta Pd

Il candidato governatore del M5s voleva fare l'assessore regionale in una giunta a guida Pd. A Luigi Di Maio, in questo periodo, non ne va bene una. E, oltre alla rivolta interna sempre più virulenta, presto potrebbe essere costretto a fare i conti con una nuova grana.

Oggi fonti interne del Movimento hanno riferito che il candidato alla presidenza della Calabria sarà il docente dell'Unical Francesco Aiello. Giovane, competente, autore di numerosi studi sulle politiche pubbliche: per Di Maio e i parlamentari pentastellati è il candidato civico "di alto profilo" cercato per così tanto tempo.

Solo che ora salta fuori una circostanza che di certo non farà piacere ai vertici del Movimento.

Nel 2015 Aiello si era infatti proposto come assessore regionale della giunta guidata dal governatore del Pd Mario Oliverio. Non si tratta di retroscena o indiscrezioni, perché il candidato presidente in pectore dei 5 stelle aveva perfino rilasciato una nota alla stampa, in cui avanzava la sua disponibilità a far parte dell'esecutivo calabrese “per consentire a questa regione di avere un colpo di reni”.

Il contesto politico, in quel particolare momento, è parecchio instabile. Il 26 giugno scatta l'operazione “Erga omnes”, la rimborsopoli calabrese. L'inchiesta coinvolge, a vario titolo, tutti gli assessori in carica della giunta Oliverio. Il governatore, che si vanta di non aver mai ricevuto nemmeno un avviso di garanzia in una lunga carriera politica (in futuro non sarà così), non perde tempo: azzera tutto l'esecutivo e si mette al lavoro per formare una nuova squadra, stavolta composta esclusivamente da tecnici.

Aiello, prof dell'Università della Calabria, sente che quella può essere la sua occasione e si fa avanti senza indugio. “Sono stanco – dice – di vedere cadere pezzi importanti di questa terra senza poter fare alcunché”. Per il giovane studioso è quindi “necessario dare una svolta, rompere i catenacci, guardare oltre”.

Aiello ha le idee chiarissime e spiega che la Regione che ha in mente dovrà “lavorare con metodo, massimizzando l'efficacia di ogni singola azione. Guardare oltre i tempi di una legislatura. Trascurare gli interessi di breve periodo della politica, privilegiando gli interessi di una regione che ha fame di sviluppo. Pensare e attuare soluzioni eccezionali per una stagione istituzionale costellata da anni di eccezionalità”.

Oliverio, però, malgrado un appello che sfiora il lirismo, proprio non ci sente. Infatti di lì a poco vara la sua nuova giunta e lascia fuori Aiello, che torna quindi ai suoi studi universitari.

Non tutto è perduto, perché quattro anni e qualche mese dopo il prof torna sulla scena, e stavolta da protagonista.

Siamo a ieri, quando Di Maio in persona – pochi minuti dopo l'esito del voto sulla piattaforma Rousseau che ha stabilito la partecipazione alle Regionali del 26 gennaio – comunica che in Calabria “c'è un candidato civico che abbiamo presentato e che sosterremo come candidato del Movimento 5 stelle”. Quel candidato, anche se il capo politico non lo dice, è proprio Aiello. Infatti, la mattina successiva (oggi), fonti del Movimento riferiscono che il prof dell'Unical è il prescelto.

Aiello si è preso tre giorni di tempo per riflettere e sciogliere la riserva, ma è probabile che la sua storia e le sue ambizioni recenti facciano sorgere nuovi dubbi tra i vertici pentastellati.

Il passato del futuro candidato è ingombrante soprattutto perché voleva essere l'assessore del nemico pubblico numero uno dei 5 stelle calabresi.
Uno dei motivi per cui il Movimento non ha voluto siglare una nuova alleanza giallorossa è proprio la presenza di Oliverio nel Pd. Più volte, anzi, i parlamentari grillini hanno posto l'allontanamento del governatore come condizione essenziale per avviare un dialogo.

Lo stesso Pd, in effetti, è da tempo in rotta di collisione con Oliverio perché non vuole ricandidarlo, ma non lo ha ancora 'espulso', malgrado il presidente calabrese abbia intenzione di correre da solo alle prossime elezioni.

Paradosso dei paradossi, ora il Movimento si ritrova a dover fare i conti con Aiello, che si era messo a disposizione dell'odiato Oliverio.

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