Una seconda richiesta di rinvio a giudizio per Daniela Santanchè è attesa a pochi giorni dalla prima, arrivata venerdì. Intorno alla metà di maggio infatti, e comunque entro fine mese, la Procura di Milano dovrebbe formulare la richiesta di processo per il ministro del Turismo in relazione alla vicenda del presunto falso in bilancio di Visibilia Editore.
Le indagini dell'aggiunto Laura Pedio e dei pm Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi su questo secondo filone sono state chiuse lo scorso 12 aprile. Insieme a Santanchè sono indagati il compagno Dimitri Kunz, la sorella Fiorella Garnero e altre 14 persone e tre società. L'inchiesta ha riguardato il dissesto del gruppo fondato dal ministro, di cui ha rimesso cariche e quote all'inizio del 2022. I pm hanno spiegato alle difese di non intendere concedere termini ulteriori rispetto ai canonici 20 giorni decorsi dall'avviso di conclusione indagini. Non risulta che alcuno degli indagati abbia chiesto alla Procura di essere sentito entro i 20 giorni. Quindi gli inquirenti, dopo quella trasmessa due giorni fa al gup Tiziana Gueli sulla vicenda della presunta truffa aggravata ai danni dell'Inps per irregolarità nella percezione della cassa integrazione Covid, a breve ne inoltreranno un'altra. Per quanto riguarda però le udienze preliminari, sede nella quale il giudice deciderà se rinviare a giudizio Santanchè e gli altri o prosciogliere, i tempi non si annunciano brevi. È prevedibile, in base alla gestione ordinaria dei fascicoli al settimo piano del Palazzo di giustizia, che né l'uno né l'altro filone arriverà davanti al gup prima delle elezioni europee dell'8 e 9 giugno. Le udienze preliminari potrebbero anche slittare a dopo la pausa estiva.
Anche nella giornata di ieri, dopo le notizie giudiziarie sul ministro del Turismo, la sinistra è tornata a chiederne le dimissioni. Il governo però ha fatto quadrato, dicendosi garantista. Sempre ieri il ministro dell'Università, Annamaria Bernini, ha dichiarato: «Io sono garantista sempre, non a corrente alternata. Non ho mai chiesto le dimissioni di nessuno e mai lo farò». Lo stesso ministro Santanchè sui social ha condiviso un video di Davide Steccanella, legale e scrittore molto noto a Milano e non solo, che lei definisce «avvocato di sinistra, senza furore ideologico». Steccanella se la prende con Elly Schlein che ha invocato la rimozione del ministro subito dopo la richiesta di rinvio a giudizio: «Perché anche lei casca in questa logica?... La richiesta di rinvio a giudizio è l'azione di un pm, dove contesta un'accusa dalla quale qualsiasi cittadino ha diritto di difendersi per vedere se è fondata o meno. Ma perché deve dimettersi? Non siamo neppure davanti a un giudice che ha disposto il rinvio a giudizio e già lì saremmo ben lontani dalla presunzione d'innocenza che imporrebbe di aspettare la condanna definitiva.
La richiesta di una parte dovrebbe portare alle dimissioni? È proprio questa la cosa che mi fa vergognare di essere italiano. Cara Schlein, perché ci casca anche lei? Per ragioni biecamente politiche? Vogliamo il mondo in mano ai pubblici ministeri? Così lei mi sembra una pentastellata di bassa lega».
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