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Save the children e Intesa in campo per i più deboli

Trecento piani educativi personalizzati per altrettante ragazze, tra i 13 ed i 24 anni, comprese 50 madri, che vivono in zone svantaggiate di Napoli, Roma e Venezia

Save the children e Intesa in campo per i più deboli

Trecento piani educativi personalizzati per altrettante ragazze, tra i 13 ed i 24 anni, comprese 50 madri, che vivono in zone svantaggiate di Napoli, Roma e Venezia. È il progetto «Futura» che Save the Children, Forum Disuguaglianze e Diversità e Yolk, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, hanno avviato insieme per contribuire a rimuovere gli ostacoli che impediscono a chi vive in condizioni di svantaggio socio-economico «di far fiorire talenti e aspirazioni nei percorsi scolastici, in quelli lavorativi e di conciliare, in alcuni casi, il percorso professionale con la maternità».

A seconda dei bisogni e delle singole aspirazioni avranno a disposizione fornitura di beni o servizi, come ad esempio l'acquisto di libri, kit scolastici o strumentazione necessaria al percorso formativo; le spese di trasporto per raggiungere le sedi di studio; il pagamento delle rette scolastiche o dei corsi di formazione e di servizi di consulenza o supporto in ambito psicologico, medico, educativo, legale, di orientamento al lavoro, ma anche l'erogazione di voucher per l'acquisto di beni di prima necessità come generi alimentari o per l'igiene o la salute.

«Se vogliamo accelerare la crescita del Pil» dobbiamo agire su giovani e donne e «ridurre le diseguaglianze», ha affermato l'ad di Intesa Sanpaolo Carlo Messina alla presentazione del progetto questa mattina a Roma.

Lo Stato ha un alto «livello di indebitamento» e paga «più interessi passivi sul debito di quanto destina al sociale», per questo «le grandi aziende come noi, che generano utili, devono fare di più per ridurre le diseguaglianze» e «restituire» una parte di quel valore, ha esortato poi Messina.

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