In Puglia i medici no vax dovrebbero restare sospesi, mentre l’obbligo vaccinale per il personale sanitario dovrebbe rimanere in forza della legge regionale n. 27 del 19 giugno 2018, come affermato dall'assessore regionale pugliese Rocco Palese. Di contro però il sottosegretario alla salute Marcello Gemmato ha già annunciato il ricorso contro la normativa regionale che violerebbe il decreto del governo.
È braccio di ferro tra Michele Emiliano e l'esponente dell'esecutivo che ha sottolineato come il presidente della Puglia, in qualità anche di magistrato, dovrebbe sapere che una legge dello Stato non può essere esclusa da una regionale. Immediata la replica di Emiliano, che invece ribadisce come in materia di sanità non ci sia gerarchia che tenga, a meno che non si verifichi una lesione delle attribuzioni del Parlamento che, come dice lo stesso Emiliano, andrebbero impugnate dal governo nei termini previsti. "Cosa che - conclude il presidente della Puglia - non è avvenuta". E anzi, per il governatore pugliese l'annuncio di Marcello Gemmato rappresenterebbe persino "una pessima figura" al punto che il governo dovrebbe chiedere le dimissioni del sottosegretario stesso.
C'è da dire che la legge regionale ha passato il vaglio della Corte Costituzionale. Con sentenza n.137 del 6 giugno 2019 la Consulta ha dichiarato la legittimità della norma che sarebbe indirizzata "specificamente agli operatori sanitari che svolgono la loro attività nell'ambito delle strutture del servizio sanitario nazionale, allo scopo di prevenire e proteggere la salute di chi frequenta i luoghi di cura: in primis quella dei pazienti, che spesso si trovano in condizione di fragilità e sono esposti a gravi pericoli di contagio, poi quella dei loro familiari, degli altri operatori e, di riflesso, della collettività". La legge pugliese quindi consente di avere in servizio negli ospedali solo personale vaccinato per tutelare gli ammalati, considerati più fragili ed esposti a rischi, limitando il più possibile un'eventuale diffusione dei virus infettivi (non solo Covid).
C'è da aggiungere però che la legge pugliese sancisce sì l'obbligo al vaccino anti Covid per il personale sanitario con l'obiettivo di tutelare i più fragili, “purché la pratica di prevenzione sia prescritta in forma di obbligo o raccomandazione dalla legislazione statale, ovvero contenuta in disposizioni normative statali eccezionali e d’emergenza, oppure sia prevista da atti amministrativi nazionali, comunque denominati, diretti a favorire la massima copertura vaccinale della popolazione e per questo aventi efficacia integrativa del Piano nazionale di prevenzione vaccinale”. L'obbligo vaccinale è quindi subordinato ad una norma statale. A tal proposito Ignazio Zullo, coordinatore pugliese di Fratelli di Italia fa notare che nel momento in cui lo Stato ha anticipato al 1° novembre la scadenza dell'obbligo vaccinale per gli operatori sanitari, ha fatto venir meno il fondamento nazionale che rendeva valida la legge della Puglia. Per questo - secondo FdI - la norma è giuridacamente inefficace con la nuova modifica introdotta.
Dunque le circolari del Ministero della Salute che confermavano le raccomandazioni e le indicazioni operative in ordine alla copertura vaccinale da SARS-CoV-2, oltre che dall’influenza stagionale, degli operatori sanitari, non possono più essere il fondamento di validtà per la legge pugliese come vorebbe anche il direttore del dipartimento regionale della salute Vito Motnanaro, in quanto sono sostitute dalla nuova legge statale che pone fine all'obbligo vaccinale.
In Puglia sono dieci i medici del sistema sanitario regionale a non aver ricevuto la vaccinazione anti Covid e 103 sono i non vaccinati
tra operatori sanitari e infermieri e che erano stati sospesi dal servizio e che per effetto del nuovo decreto del governo Meloni potrebbero ritornare in corsia colmando la grave carenza di organico nei reparti ospedalieri- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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