Elezioni Regionali 2020

Si spacca la coalizione con i Dem in Toscana. Bocciato il nome di Eugenio Giani

Vacilla la coalizione di sinistra in vista delle elezioni regionali in Toscana, è scontro sui nomi dei candidati e i dem rischiano di correre da soli

Si spacca la coalizione con i Dem in Toscana. Bocciato il nome di Eugenio Giani

Solo domenica in piazza della Repubblica a Firenze migliaia di pesciolini manifestavano compatti al grido di "Firenze non si lega". Eppure, nonostante la battaglia delle ormai famose sardine, che senza nomi di partito si spostano a banchi in tutte le città d’Italia, la sinistra sembra non beneficiare di questa lotta anti destra populista. A pochi mesi dalle elezioni regionali in Toscana la coalizione che corre a sinistra capitanata dai Dem sembra già scontrarsi. Per la direzione regionale del Partito Democratico il nome del nuovo candidato era già deciso. All’unanimità i Dem avevano votato per Eugenio Giani, attuale presidente del Consiglio regionale. Ma per l'uomo che tanto piace ai renziani di Italia Viva ecco che arrivano i primi “no”.

Bocciato per Articolo 1-Mdp, Sì e il raggruppamento di associazioni di “2020 a sinistra”. Più incerti sul da farsi i Demos Toscana: “Le premesse che danno le cose per scontato non sono un buon auspiscio” sottolinea Lorenzo Marchi a La Nazione. I Verdi restano ancora in attesa di sciogliere le riserve. No a Giani anche da Comunità Civica toscana. Una spaccatura emersa ieri pomeriggio al termine di una riunione tra "2020 a sinistra", Articolo 1-Mdp e Sì. Che preannuncia uno scioglimento della coalizione rischioso per i dem. Se la sinistra a quota Pd non farà un passo indietro sul nome del candidato, saranno in molti ad abbandonare la barca.

Si brancola nel buio. E in attesa di capire cosa convenga fare c’è chi cerca di temporeggiare. “Vediamo” ha dichiarato la segretaria Simona Bonafè in vista dell’appuntamento per ridiscutere sulla questione. E intanto rassicura che almeno sul programma è convinta che vi sia più compattezza. I nomi dei candidati erano già pronti per lo screening e la rottura di ieri è stato un fulmine a ciel sereno. Tra i favoriti si era parlato anche di una donna. La professoressa Maria Chiara Carrozza, già rettore della Scuola “Sant' Anna” di Pisa, deputata e ministro tra il 2013 e il 2014.

Adesso sembra che per molti non ci siano dubbi, l’idea di rinnovamento conclamata dai più riformisti non vedono Giani come una figura che possa rappresentare il futuro di una delle roccaforti rosse. “Sul programma è in corso un' intesa di massima ma la candidatura Giani, anche per le modalità con cui è stata selezionata, rischia di non parlare al mondo delle forze civiche che cerca una rappresentanza per dare voce alle proposte che stanno emergendo dal basso - scrive l' Associazione Comunità Civica Toscana - Riteniamo che questo spirito di innovamento e freschezza debba essere ben chiaro nella proposta che arriverà, un' esigenza sempre più importante come dimostrano i movimenti spontanei come le sardine e Friday for Future".

Dopo tutto neanche gli zingarettiani fino a qualche giorno fa avrebbero esultato per il nome di Giani, ma il flop dell’alleanza Pd - Movimento 5 Stelle in Umbria ha fatto sì che i Dem toscani accellerasso i tempi per evitare ulteriori lacerazioni e senza troppe consultazioni sono andati dritti al preferito che adesso, se non venisse rimesso in discussione, potrebbe preannunciare una lotta solitaria per il Pd alle regionali.

Tanto coraggiosa quanto rischiosa.

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