Parigi brucia

"Siamo in guerra, l'Europa ci aiuti". E Hollande cambia la Costituzione

Il presidente propone di modificare la Carta e di prolungare fino a tre mesi lo stato d'emergenza. A Bruxelles chiede solidarietà di fronte all'aggressione

"Siamo in guerra, l'Europa ci aiuti".  E Hollande cambia la Costituzione

Chiede di modificare la Costituzione e di prorogare fino a tre mesi lo Stato d'emergenza, intanto annuncia raid sempre più intensi in Siria, la creazione di 5mila nuovi posti nell'organico di polizia e gendarmeria, 2500 nella giustizia e mille nelle dogane per il controllo delle frontiere. E proprio sul controllo dei confini, ma non solo su quello, arriva l'appello all'Europa che è anche un richiamo a non voltarsi dall'altra parte, a «non vivere nella convinzione che le crisi che la circondano non abbiano effetto su di essa». Hollande chiede a Bruxelles un atto concreto di solidarietà e di riprendere il controllo delle frontiere esterne, sennò «è il ritorno a quelle nazionali, se non ai muri. E questo sarà la distruzione dell'Unione europea». Poi annuncia quali altre misure saranno necessarie per fronteggiare l'emergenza contro «il nostro nemico, che è l'Isis» e che è «nemico di tutta l'Europa»: «La Francia deve espellere più rapidamente gli stranieri che pongono un rischio serio per la pubblica sicurezza» e deve «poter impedire a una persona con doppia cittadinanza di tornare sul nostro territorio se rappresenta un rischio terroristico, a meno che non accetti di sottoporsi a controlli drastici», che potrebbero includere la decisione di dotare di braccialetto elettronico i condannati e forse anche i sospettati di terrorismo. Di fronte a 900 parlamentari, le Camere riunite in seduta comune, in via del tutto eccezionale (è la seconda volta nella storia della V Repubblica per ascoltare la dichiarazione di un presidente) François Hollande veste i panni del leader democratico di un Paese in guerra e pronuncia il discorso più importante della sua carriera politica. Che la Francia sia in guerra, un conflitto «contro il terrorismo jihadista» che ha «compiuto un atto di guerra sul nostro suolo», il presidente lo dichiara e lo ribadisce già dalla notte di venerdì 13 novembre. Ma ora il momento è solenne. E Hollande si guadagna alla fine del suo discorso, quando tutti i parlamentari intonano la Marsigliese, una standing ovation per le sue parole inflessibili: «Il terrorismo non distruggerà la Repubblica perché la Repubblica distruggerà il terrorismo».

«Volevano uccidere la Francia che ama la vita, lo sport, la festa. Volevano uccidere la gioventù», dice il presidente. «Ma i loro crimini rafforzano la nostra determinazione a distruggerli». «Dobbiamo continuare a uscire, vivere e influenzare il mondo», esorta con orgoglio. Poi tende una mano ai musulmani francesi: «Non è una guerra di civiltà - dice il presidente - perché questi assassini non rappresentano nessuno». Per combatterla Hollande annuncia che nei prossimi giorni la portaerei Charles De Gaulles partirà per il Mediterraneo orientale: «Triplicherà la nostra capacità d'azione».

Ma il nodo politico che richiederà ora lo sforzo dell'intero Parlamento sarà la modifica della Costituzione, in due punti: l'articolo 16, quello relativo ai poteri del presidente in caso di minaccia allo Stato e l'articolo 36, che riguarda lo stato d'assedio: il presidente vuole integrare lo stato d'emergenza nell'articolo 36, senza che vi sia un trasferimento di poteri all'autorità militare, come è previsto attualmente. La legge francese deve dotarsi di «uno strumento per prendere misure eccezionali» senza bisogno di passare per lo stato di emergenza e «senza compromettere l'esercizio delle libertà pubbliche». «Dobbiamo far evolvere la nostra Costituzione per agire contro il terrorismo di guerra».

Serve - spiega il capo dello Stato - «difendersi nell'urgenza e nella durata». Per questo non ci sarà alcuna riduzione nell'organico della Difesa fino al 2019. Ma il prolungamento dello stato d'emergenza consentirà l'introduzione di due misure eccezionali: i domiciliari e le perquisizioni amministrative, utili per prevenire altri attentati. È una sfida che Hollande intende intraprendere con l'aiuto concreto dell'Unione europea, che chiama in causa direttamente annunciando di aver chiesto «al ministro della Difesa di rivolgersi da domani ai suoi colleghi europei in base all'articolo 42.7 del trattato dell'Unione». Il documento prevede che quando uno stato è aggredito tutti gli stati membri devono dargli solidarietà. Sul piano internazionale, Hollande spiega che incontrerà Obama e Putin per unire le forze contro i jihadisti. Per il resto, la vita dei francesi continua. Compreso quella politica, che sarà l'altra sfida di Hollande.

Le elezioni regionali si svolgeranno regolarmente.

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