Elezioni Regionali 2019

Solinas, l'autonomista sardo che rilancia la coalizione

Il Partito d'azione del governatore è la terza forza nell'Isola: «Grazie della fiducia al centrodestra»

Solinas, l'autonomista sardo che rilancia la coalizione

«Oggi ha vinto la Sardegna. È una bella responsabilità. Ne sento l'onore e l'onere. Ringrazio i sardi per la fiducia alla coalizione di centrodestra e al progetto di governo che abbiamo presentato loro. Il mio primo pensiero va alla gente comune. I quattordici punti di vantaggio sono un dato incontrovertibile».

Il testa a testa annunciato dagli exit poll di domenica svanisce fin dalle prime ore del mattino. Christian Solinas prende il largo quasi subito e va aumentando il distacco dal candidato del centrosinistra Massimo Zedda nel corso della giornata. Soltanto alle 20, però, decide di rompere gli indugi e concedersi ai giornalisti, quando mancano circa 300 sezioni su 1840 alla fine dello spoglio. «È stato detto che c'era un candidato senza volto» dice Solinas, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa. «Ciò vuol dire che si è perso contro un candidato senza volto, un candidato espressione di un partito che ha cento anni di storia e che ha più che raddoppiato i suoi voti. Faccio notare che ad Armungia, paese natio di Emilio Lussu, ha vinto il Psd'Az».

Alla fine il senatore del Partito Sardo d'Azione ottiene il 47,8% dei consensi contro il 33 del sindaco di Cagliari Zedda, con un vantaggio di quasi 15 punti. Il centrodestra unito conquista un'altra regione (ora la situazione complessiva a livello nazionale è di quasi pareggio con 10 regioni governate dal centrosinistra e 9 dal centrodestra con l'aggiunta però della provincia di Trento dove c'è il leghista Maurizio Fugatti), oltre a conseguire quasi il 52% come somma dei voti di lista. Distantissimo da Solinas e Zedda è il candidato dei Cinquestelle, Francesco Desogus che si ferma all'11,1, con la lista grillina al 9,5 quindi addirittura al di sotto del risultato del candidato.

Ottiene un risultato importante il Partito Sardo d'Azione con il 9,9%, terzo partito dopo Pd (13,4) e Lega (11,4). Forza Italia è al 7,8. Fratelli d'Italia è l'unico partito che mantiene i voti presi alle Politiche, circa 35mila, e si attesta al 4,6%, mentre l'Udc ottiene insieme a Pro Sardinia il 4%, un risultato importante sul quale si soffermano Lorenzo Cesa e Antonio De Poli che chiedono «un governo che ora rispecchi il volere degli italiani». Molto bene anche i Riformatori Sardi al 5% che riportano in consiglio regionale l'ex parlamentare Michele Cossa. Gli altri candidati presidenti sono: Paolo Maninchedda (Partito dei Sardi) si attesta sul 3,17%, Mauro Pili (Sardi Liberi) al 2,29%, Andrea Murgia (Autodeterminazione) con l'1,84% e Vindice Lecis (Sinistra Sarda) con lo 0,63%.

Alla prova dei fatti lo svuotamento delle altre forze di centrodestra da parte della Lega non si realizza, così come non era avvenuto in Abruzzo. Il centrodestra di «opposizione» (almeno a livello nazionale) resiste all'avanzata leghista e allo spettro dell'autosufficienza salviniana e ha la possibilità di mantenere la sua capacità attrattiva come possibile alternativa di governo. Il centrosinistra regge grazie anche alla scelta di un candidato competitivo che prende il 2,4% in più delle liste.

Cagliaritano, 42 anni, Christian Solinas è il segretario del Partito sardo d'Azione. Il 4 marzo scorso è stato eletto in Senato nella lista di Lega-Psd'Az dopo l'alleanza sancita con il Carroccio. E proprio il leader della Lega è stato il principale sponsor di Solinas quando il centrodestra si è trovato a esprimere il nome del candidato. Con le sue dimissioni al Senato dovrebbe subentrare Michelina Lunesu, seconda in lista per la Lega nel collegio plurinominale Sardegna il 4 marzo scorso.

E a questo punto Il centrodestra punta già alle regionali di fine mese in Basilicata, con l'obiettivo di fare cappotto.

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