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Sos bronchiolite, i posti letto sono al limite

All'ospedale Buzzi 150 malati in un giorno. L'appello dei pediatri: "Vaccinate i bambini"

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È allarme per le bronchioliti tra i bambini negli ospedali milanesi. Solo all'ospedale pediatrico Buzzi, infatti, si sono registrati 150 accessi nelle ultime 24 ore per patologie respiratorie, e questo il trend degli ultimi giorni. Come i virus influenzali hanno messo a letto questa settimana oltre 100mila lombardi, i virus influenzali e para influenzali stanno parallelamente mettendo ko i bambini sotto i 4 anni, in particolare i piccolissimi che hanno anche poche settimane di vita. Ai virus che causano gastroenteriti, sindromi respiratorie si somma il terribile virus sinciziale che sta costringendo molti bebè milanesi al ricovero. Il problema sono anche i posti letto, da sempre insufficienti per le pediatrie.

GianVincenzo Zuccotti, responsabile del pronto soccorso pediatrico dell'Ospedale dei Bambini Buzzi e del reparto di Pediatria lancia l'allarme: «Il nostro pronto soccorso è sovraffollato e i nostri letti in reparto, solo 5, sono occupati. Abbiamo dovuto procedere a trasferire già dei lattantini che necessitano di ricovero in altre strutture ospedaliere fuori provincia, come Varese, Brescia e Bergamo». Attualmente infatti l'Asst Fatebenefratelli - Sacco, dispone di 5 posti letto nel pediatrico Buzzi, che è in attesa della consegna della nuova terapia intensiva. Elena Zoia, alla guida dell'Anestesia e della rianimazione pediatrica già a luglio lanciava l'allarme per la insufficienza di letti in rinimazione: «Ora i posti sono solo quattro. Pensavamo che fosse una soluzione per una sola estate. E invece temiamo di essere ancora così il prossimo inverno, quando con la diffusione dei virus i casi gravi aumenteranno. E non potremo accogliere tutti i bambini che avranno bisogno del nostro aiuto». In Lombardia ci sono solo altri 34 letti di terapia intensiva pediatrica.

Il cantiere della nuova rianimazione, che avrebbe dovuto essere concluso nell'ottobre 2022, ancora non è stato ultimato. «Speriamo che ci consegnino il nuovo reparto prima di Natale - auspica Zuccotti - perché siamo quasi a livello di allarme». Il virus sinciziale causa un'infiammazione dei bronchioli, la parte terminale dei polmoni che nei lattanti e nei bebè in generale sono ancora poco sviluppati: il rischio quindi è che l'apparato respiratorio vada in sovraccarico, con eventuale broncospasmo, bassa saturazione e inappetenza che porta i neonati a non mangiare. Da qui la necessità del ricovero con infusione e ossigeno, che nei casi più gravi arriva addirittura alla terapia intensiva. Un'epidemia simile si era verificata nel 2021/22, mentre quest'inverno sembra che le patologie respiratorie tra i più piccoli siano causate nella metà dei casi da virus influenzali e para influenzali, che hanno conseguenze molto meno gravi.

Ma si può fare qualcosa per evitare il più possibile questi virus? «Sicuramente il vaccino dell'influenza, anche tra i bimbi dai 6 mesi in su, può essere utile, ma per il virus sinciziale prima o poi - spiega Zuccotti - dovremo seguire l'esempio di altri paesi europei come la Francia e adottare il vaccino che si può somministrare sia alle donne in gravidanza che con anticorpo monoclonale al bambino».

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