L'articolo della domenica

Studiare la storia non la rende prevedibile

Dal Califfato alla nuova Guerra fredda: il futuro non è stato come lo immaginavamo

Studiare la storia non la rende prevedibile

Noi siamo rimasti stupefatti quando, nella primavera dello scorso anno, è stato proclamato il Califfato, qualcosa che consideravamo dell'epoca delle mille e una notte, e oggi siamo sconcertati vedendo arrivare su barconi fatiscenti centinaia di migliaia di africani che si accampano nelle nostre stazioni, nei nostri parchi, dappertutto senza che noi possiamo fare nulla. Chi avrebbe mai potuto immaginarlo quando in Libia c'era Gheddafi?

Ma questo non è il solo accadimento imprevedibile. Chi avrebbe immaginato lo scontro tra Usa e Russia? Era finita la Guerra fredda, si era formato il G8, la questione ucraina sembrava risolvibile con una costituzione federale, mentre oggi gli americani sono scatenati contro la Russia, ci obbligano a imporre delle sanzioni, hanno mobilitato la Nato, mandano armi pesanti ai Paesi baltici. E la Russia risponde armando 40 missili termonucleari. Un comportamento che ci appare incredibile. Ma è sempre stato così. Noi non possiamo immaginare il futuro. Noi guardiamo il mondo con dei criteri, degli occhiali che ce lo fanno apparire come un film che ha un copione logico. Mentre invece, nella realtà, dopo un po' quel copione sparisce di colpo e ti trovi in un altro film, con un altro copione, con altre scene, altri personaggi. Noi immaginavamo una Europa autonoma, ricca e forte, mentre politicamente stiamo diventando una colonia angloamericana.

E il mondo islamico? Era guidato da élites liberali o socialiste, sembrava destinato a occidentalizzarsi. Invece arrivano nel copione personaggi come Khomeini, Bin Laden, il califfo Abu Bakr e gli islamisti che vogliono imporre a tutti, anche a noi, le leggi valide nelle tribù beduine nel VI secolo dC. Gli storici cercano di dare un senso logico alla successione di questi accadimenti nel tempo. In realtà essi sono misteriosi come le mutazioni biologiche da cui emerge, improvvisamente, una nuova specie. La natura e la nostra mente, individuale e collettiva, procedono così, per balzi discontinui, per creazioni nuove. Nessuna scienza ci potrà mai liberare dalle incertezze.

Ogni volta passiamo da un labirinto mentale a un altro, e dobbiamo affrontare nuovi pericoli sconosciuti e nuove prove.

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