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"Stuprata da Tariq Ramadan". Ora è bufera sull'islamico chic

La scrittrice franco-tunisina Ayari accusa il predicatore: «Mi ha violentata e poi minacciata perché non parlassi»

"Stuprata da Tariq Ramadan". Ora è bufera sull'islamico chic

Da Hollywood a Oxford. Dal potente produttore cinematografico liberal al controverso intellettuale islamista coccolato dall'Europa dei radical chic.

Da Harvey Weinstein a Tariq Ramadan, l'ondata di indignazioni e denunce varca l'Atlantico e travolge il cuore dell'Europa multiculturale. Prima la figlia di un ex ministro di Nicolas Sarkozy, ha accusato un ex ministro di Mitterrand di averla molestata una sera all'Opéra. Pochi minuti dopo, aderendo a questa catena di denunce diventate «virali» al grido di «balancetonporc» (versione francese dell'hashtag americano «metoo») la scrittrice franco-tunisina Henda Ayari ha accusato il predicatore islamico Tariq Ramadan di averla molestata. La denuncia è arrivata sul profilo Facebook della Ayari, che nel giro di un'ora ha pubblicato tre diversi post col nome di Ramadan. «È una decisione molto difficile, ma ho deciso anch'io che è tempo di denunciare il mio aggressore, è Tariq Ramadan» ha scritto in mattinata. Poi un altro intervento: «Sono stata vittima di qualcosa di molto grave anni fa - ha spiegato - non ho mai voluto fare il suo nome perché ho ricevuto minacce da parte sua e ho avuto paura». «Il nome del mio aggressore ha accusato - è Tariq Ramadan». In un successivo post ha chiesto apertamente sostegno rivolgendosi agli amici e ha parlato di «stupro» e «minacce». «Ho mantenuto il silenzio per molti anni per paura delle rappresaglie perché quando gli ho detto che avrei presentato denuncia per lo stupro del quale sono stata vittima, lui non aveva esitato a minacciarmi aggiungendo che se la sarebbe presa anche con i miei figli». «Ho avuto paura e sono stato in silenzio durante tutto questo tempo. Ne ho parlato nel mio libro in un capitolo intero, ma cambiando il nome per non essere querelata per diffamazione, ma oggi non posso più tenere questo segreto troppo pesante da portare, è venuto il momento di dire la verità». Tre ore dopo, ha annunciato che avrebbe presentato una denuncia contro il suo presunto molestatore: «Forse non ho gli stessi mezzi finanziari per pagarmi gli avvocati e gli esperti per difendermi - ha detto - ma andrò fino in fondo a questa lotta, qualunque cosa mi costi». Infine ha fatto sapere di aver presentato la denuncia alla Procura di Rouen, convinta che «la giustizia farà finalmente il suo corso». La quarantenne Henda è autrice di «Ho scelto di essere libera. Scampata al salafismo in Francia», un libro autobiografico in cui racconta l'emancipazione da un marito fondamentalista e violento, un atto di accusa politico contro l'integralismo islamico.

Proprio sulla sottomissione della donna l'islam politico ha costruito uno dei capisaldi della sua ideologia. E Ramadan è uno dei campioni di un mondo musulmano ambiguo su tutti i temi caldi, dall'antisemitismo-antisionismo ai diritti delle donne. Ramadan è nipote di Hasan Al Banna, fondatore dei Fratelli Musulmani, movimento internazionale dell'integralismo. Professore a Oxford grazie al sostegno economico del Qatar, il professore e predicatore è ormai una star planetaria dell'islam, un leader carismatico capace di infiammare le masse musulmane ma anche di sedurre le élite progressiste occidentali, dando loro in pasto la più nefasta delle illusioni: quella che l'islam politico ortodosso possa essere compatibile con la loro idea di democrazia. Molti in Europa e anche in Italia subiscono il suo fascino, ma negli Stati Uniti Ramadan è indesiderato e gli intellettuali laici e liberali in Francia hanno smascherato la sua abilità dissimulatoria. Poco più di un anno è fa è stato in Italia, a Milano ospite di un evento promosso dall'European muslim network, con i centri islamici cittadini, alla Camera del lavoro. La comunità ebraica milanese in quella occasione aveva messo in guarda contro sua ambiguità politica.

Ora questo caso, tutto personale, potrebbe offuscare la sua stella.

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