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Sul Bosforo torna l'incubo del Bataclan

È il copione del terrore che si ripete, come una maledizione, uguale a se stessa

Sul Bosforo torna l'incubo del Bataclan

A Istanbul come a Parigi, al Reina come al Bataclan il 13 novembre del 2015. È il copione del terrore che si ripete, come una maledizione, uguale a se stessa. Il terrore che si insinua lì dove siamo più deboli, più disarmati, più indifesi; gli assassini a gridare Allah Akbar, all'inizio quasi non si sente, la musica è ancora alta, e quasi sembra impossibile; in fondo è così bello qui e ora un attimo prima. La grande folla non si accorge ancora di nulla, le luci a nascondere l'orrore, ma è solo l'ultimo istante di normalità. Poi gli spari. Il terrore si espande, e vince su tutto. Al Bataclan come al Reina. Simboli di un divertimento occidentale, moderno e laico. Un concerto, una discoteca come il Reina nel cuore della zona più occidentale di Istanbul. Un posto da vedere, almeno una volta, le sue piste da ballo all'aperto, i bar e le terrazze che si affacciano sul Bosforo, i giovani e l'elite laica della Turchia sono di casa. Con il passare degli anni diventa il luogo di attrazione anche per i calciatori turchi e le star delle soap opera popolari trasmesse nel paese, così come per turisti e uomini d'affari provenienti da tutto il mondo. Il Reina diventa così il posto simbolo da sacrificare. La discoteca diventata negli anni il link che unisce l'est con l'ovest, inserita nelle guide da viaggio come «uno dei luoghi migliori della città»

Ora c'è chi dice che la strage di capodanno non è stata del tutto inaspettata. C'era paura, tanto che il proprietario aveva fatto rafforzare la sicurezza. Ma non è bastato, le difese restano deboli. I night club o i locali pubblici sono uno dei bersagli che l'Isis ha più volte esortato a colpire. Anche perché hanno spiegato sono facili da attaccare.

La strage è compiuta.

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