Toti chiede al governo nuove infrastrutture

Ora la Liguria rischia l'isolamento. Il ponte Morandi, che ieri si è sbriciolato poco prima di mezzogiorno facendo crollare 200 metri dell'A10, è uno snodo strategico della mobilità ligure. Il collasso del viadotto spacca in due la città di Genova, isolando il porto dal resto del territorio. Il governatore ligure Giovanni Toti, dopo il briefing con la Protezione civile per fare il punto su soccorsi e bilancio delle vittime e prima della visita con il premier Giuseppe Conte sul luogo del crollo, ha incontrato la stampa, lanciando subito l'allarme sulle possibili ripercussioni che il crollo avrà sul sistema logistico ligure. «Una tragedia immane. Avrà un grave impatto su tutta la logistica del porto e della città. Stiamo lavorando per affrontare l'emergenza dei prossimi mesi», commenta il presidente della Regione. Toti ha l'ingrato compito di pensare sia alla sistemazione delle famiglie evacuate e sia alla fase di ricostruzione. Al lavoro che dovrà essere messo in campo nei prossimi mesi per conservare la vocazione logistica della Liguria.

Il governatore si è rivolto al premier Conte, per chiedere «un piano straordinario per risolvere il problema delle infrastrutture a Genova». Toti assicura: «Ci occuperemo delle emergenze secondarie, serve un'idea di progettazione della viabilità alternativa».

Sulle cause della tragedia il presidente, che ha ricevuto sostegno e solidarietà da parte dei governatori delle altre Regioni, non si sbilancia: «Non posso dir nulla se non che le verifiche sono già state avviate». E non entra nella polemica che l'ha coinvolto negli anni scorsi sulla richiesta della Gronda di Ponente, il raccordo autostradale che avrebbe eliminato o almeno fortemente alleggerito il traffico sul ponte Morandi. Opera contro cui si è schierato il Movimento cinque stelle.

Per Toti non è il giorno delle accuse, ma del dolore di Genova e di tutta la Liguria.