Ponte crollato a Genova

"Troppo pochi 8 mesi per avere un nuovo ponte. Lascio per motivi politici"

L'ex commissario del ministero Brencich: "Nessuna incompatibilità, ma è stato meglio mollare"

"Troppo pochi 8 mesi per avere un nuovo ponte. Lascio per motivi politici"

«Sono state ore di meditazione. Già alcuni giorni fa avevo manifestato l'intenzione di dimettermi, e ieri (giovedì, ndr) è risultato essere il momento migliore». Parla così Antonio Brencich, docente alla facoltà di Ingegneria dell'università di Genova e, fino all'altroieri, membro della commissione ispettiva del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti che ha il compito di far luce sulle cause del crollo del ponte Morandi. In relazione a questo ruolo si era parlato di conflitto di interessi, avendo il professore dato il via libera a febbraio al progetto di rifacimento degli stralli del viadotto presentato da Autostrade per l'Italia. Un doppio ruolo di controllore e controllato, dunque, che lo ha spinto a lasciare.

Professor Brencich, perché la scelta di dimettersi?

«Per ragioni opportunità politica. Stava montando una forte pressione mediatica e politica che non faceva bene al lavoro della commissione e dei suoi membri. Giuridicamente non c'era un'incompatibilità, ma è evidente che mi sia stato posto un problema e io ho deciso di tirarmi indietro. Sento di aver fatto la cosa giusta. In ogni caso non credo che il mio passo indietro rallenti il lavoro della commissione, che era proprio alle fasi preliminari».

Ora lei non ricopre alcun incarico in relazione al ponte Morandi?

«Non so se qualcuno verrà a offrirmi qualcosa, per ora sono completamente fuori dalla questione e ne resto fuori per ragioni di opportunità generale».

Ha ricevuto pressioni per convincerla a dimettersi?

«Le pressioni mediatiche indubbiamente ci sono state, ma le ho limitate non leggendo i giornali e non guardando la tv. Pressioni di altri tipi assolutamente no. Si è trattato sempre di scambi di opinioni».

È d'accordo con la decisione di demolire in toto il ponte?

«Non posso parlare delle cose di cui sono venuto a conoscenza in commissione. Posso dire che le persone che lavorano in Procura sono di altissimo livello e la loro valutazione tecnica è tutt'altro che di poco conto. Poi ci sono stati anche altri pareri tecnici, come quello dei Vigili del fuoco. Il giudizio su come procedere sta a loro e ritengo che sarà ponderato».

La convince il progetto di Autostrade di un ponte in acciaio da costruire in 8 mesi?

«Le rispondo con una battuta di Ian Firth (ingegnere strutturale britannico, uno dei massimi esperti di ponti, ndr): mi sembra un po' poco. Otto mesi per progettare un ponte ci possono stare, ma per costruirlo no. Ci sono problemi logistici, bisogna portare il materiale sul posto. E bisogna capire otto mesi a partire da quando. Però non conosco i dettagli del progetto, bisogna chiedere ad Autostrade».

Cosa ne pensa della volontà del governo di revocare la concessione ad Autostrade?

«La mia opinione come cittadino non è importante e si tratta di una questione che va al di là delle mie competenze. Per quanto riguarda il lavoro fatto in commissione, non eravamo ancora a quel punto. Sicuramente il ruolo di Autostrade era tra le cose di cui si sarebbe discusso, per accertare quali fossero gli obblighi della società come da convenzione, ma eravamo ancora ben lontani da quel tema. I lavori della commissione sono cominciati da un aspetto collaterale rispetto al ponte in sé, e cioè aiutare a gestire il traffico, le strade chiuse, decidere se e cosa riaprire e in quali condizioni».

Conosce il nuovo commissario, Alfredo Principio Mortellaro (dirigente del Consiglio superiore lavori pubblici)?

«No, non ho mai avuto incarichi ministeriali e non frequento il dicastero, per cui non conosco le persone che ci lavorano».

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