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Trump può uscire dall'angolo solo con il carisma

Messo alle strette da scandali, stravaganze e sondaggi può vincere puntando su di sé

Trump può uscire dall'angolo solo con il carisma

Come accade in tutte le elezioni, martedi 3 novembre avremo in America un vincitore e un vinto. Al primo chiunque sia - toccherà l'arduo compito di governare per quattro anni un nazione lacerata e confusa, che sta rischiando di perdere definitivamente la sua supremazia mondiale. Il destino del secondo sarà invece molto diverso a seconda dell'esito dello scontro. Se il perdente fosse Biden, a lui non accadrebbe nulla: a settantotto anni suonati, potrebbe ritirarsi tranquillamente a vita privata senza quasi aver lasciato traccia nella politica americana. Le ripercussioni della sconfitta peraltro attualmente quasi esclusa dai sondaggi - sarebbero tutte all'interno de partito democratico, che ancora una volta sarebbe incolpato dai suoi elettori di avere scelto il candidato sbagliato, con relativi scontri tra l'ala moderata e quella di ispirazione socialista.

La scena cambierebbe in modo radicale se lo sconfitto fosse Trump. Nei suoi quattro anni di governo ha talmente avvelenato i rapporti con l'opposizione, si è creato tanti nemici anche al di fuori della politica e ha tante volte operato ai limiti della legge, che quando fosse privato dello scudo che vieta l'incriminazione di un presidente rischierebbe una serie di processi che potrebbero costargli anni di galera. I fronti aperti sono numerosi e i suoi avversari, che comprendono non solo il partito democratico ma anche buona parte dei media, stanno già affilando le armi. Dopo avere fallito con l'impeachment, il Congresso a maggioranza democratica ha avviato un guerra di trincea contro il presidente (tipica l'invocazione da parte della speaker Nancy Pelosi dell'articolo 25 della Costituzione, che prevede di mettere sotto esame medico la capacità di governare del «comandante in capo») che anticipa quanto potrebbe accadere se conquistasse la Casa Bianca. Se poi nella scia di una vittoria di Biden il partito dell'asinello riuscisse a conquistare anche la maggioranza al Senato (dovrebbe strappare tre seggi ai repubblicani) avrebbe ancora più spazio per consumare la sua vendetta.

Trump è perfettamente cosciente dei pericoli che corre, e anche per questo sta conducendo una campagna elettorale furibonda e spregiudicata, quale non si era mai vista da parte di un presidente in carica alla ricerca di un secondo mandato: un mandato che egli vede non solo come la consacrazione del suo operato ma anche come l'unica vera ancora di salvezza contro l'offensiva democratica. Oltre a tuonare contro l'opposizione nei comizi, accusandola di deriva comunista, di frode nell'uso del voto postale e d'ogni sorta di altri misfatti, cerca di usare il tempo che gli rimane per costruire «barriere» che lo proteggano in caso di sconfitta: per esempio, tenta di fare confermare dal Senato la conservatrice Amy Barrett a giudice della Corte suprema per assicurarvisi una maggioranza di 6 a 3.

I suoi punti deboli sono molti: vanno dalle dettagliate accuse di evasione delle tasse lanciate da una inchiesta del New York Times a una gestione spericolata e sotto certi aspetti irresponsabile dell'emergenza Coronavirus. Fino adesso il partito repubblicano, con pochissime eccezioni, è stato al suo fianco e ha assecondato la sua strategia dello scontro senza esclusione di colpi. Vari deputati e senatori sanno di rischiare il proprio seggio se i democratici riuscissero a tradurre in voti il vantaggio registrato in questo momento dai sondaggi, si rendono conto che la colpa è di Trump ma sanno anche che l'unico modo di salvarsi è di seguirlo fino in fondo nella sua battaglia. Ma se dovesse perdere, il partito lo abbandonerebbe quasi certamente al suo destino per tornare ai vecchi equilibri sconvolti dal tornado Donald.

Viene da domandarsi come mai, nonostante scandali, stravaganze e sondaggi negativi, molti scommettitori puntino ancora su di lui. Credo sia una questione di carisma: molto (nel bene e nel male) per Trump, pochissimo per Biden.

E, in extremis, questo potrebbe influire sul risultato.

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