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Truppe di Assad in aiuto dei curdi. L'ira di Erdogan: "Vi attacchiamo"

Truppe di Assad in aiuto dei curdi. L'ira di Erdogan: "Vi attacchiamo"

«Se le truppe di Damasco andranno ad Afrin per sostenere le milizie curde dell'Ypg, la Turchia non fermerà il suo attacco». Rischia di trasformarsi in un conflitto aperto tra Siria e Turchia il contrasto nella provincia siriana di confine che il presidente turco Erdogan intende «liberare dai terroristi». La Ypg, pur sostenuta dagli americani, non è in grado di sostenere l'offensiva turca in corso ormai da un mese e ha dovuto accettare un accordo di compromesso con l'esercito regolare di Assad. Ma Erdogan non si fida e pretende che Damasco proceda a disarmare i curdi «o ci saranno conseguenze». Il suo ministro degli Esteri Çavusoglu è stato più preciso: «Bisogna capire - ha detto - per quale motivo Assad entrerebbe ad Afrin, se vuole combattere i terroristi nessun problema, ma se vuole difenderli allora nessuno fermerà i soldati turchi». In realtà le intenzioni di Assad sono chiarissime: un comunicato dell'agenzia ufficiale siriana Sana spiega che le forze regolari entreranno ad Afrin «per sostenere la resistenza del suo popolo contro l'attacco del regime turco nell'area».

La determinazione di Erdogan sulla questione di Afrin sta creando problemi anche con Mosca. Le truppe russe sono presenti in Siria per sostenere il regime di Assad, ma Putin tesse nella regione una rete di buoni rapporti anche con la Turchia, oltre che con l'Iran e - su un piano strategico diverso - con lo stesso Israele. E proprio a Putin ieri Erdogan ha telefonato per chiarire le proprie intenzioni, spiegando in particolare che sarebbe eventualmente disposto ad accettare che le forze di Assad riprendano il controllo di Afrin estromettendone i curdi.

Ieri a Mosca c'è anche stato un importante incontro: l'ambasciatore Usa Jon Huntsman e il capo di stato maggiore russo Valeri Gerasimov hanno parlato di Siria oltre che di Ucraina, Corea e altri temi strategici. E a conferma della gravità della frattura con gli Stati Uniti che sostengono l'Ypg, ieri la via di Ankara dove sorge l'ambasciata americana è stata incredibilmente ribattezzata «via del Ramo d'ulivo», che è poi il nome in codice dell'offensiva militare turca contro Afrin. E questo dopo che nella recente visita ad Ankara del segretario di Stato Usa Rex Tillerson i due Paesi avevano concordato di normalizzare le relazioni.

Dal quotidiano israeliano Haaretz infine arriva notizia che Gerusalemme avrebbe deciso di sostenere con armi e denaro sette gruppi ribelli sunniti, allo scopo di respingere l'avanzata delle forze di Assad verso le alture del Golan.

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