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La Tunisia fa un passo verso la laicità. Scuole e uffici, vietato il velo integrale

Il decreto per "motivi di sicurezza" dopo che l'Isis è tornato a colpire

La Tunisia fa un passo verso la laicità. Scuole e uffici, vietato il velo integrale

Beirut La Tunisia fa un passo deciso verso la laicità e proibisce il velo integrale, come hanno già deciso alcuni Paesi europei. La decisione, con effetto immediato, è stata presa dal primo ministro Youssef Chahed e vieta in particolare l'uso del niqab, il velo che lascia scoperti solo gli occhi. Il divieto vale nelle istituzioni pubbliche. Il decreto è stato giustificato «per motivi di sicurezza». L'ordinanza arriva in un momento particolare, a due mesi dalle elezioni legislative di settembre, e dopo che il terrorismo jihadista è tornato a colpire nelle capitale. Il 27 giugno un doppio attentato suicida ha causato la morte di due persone e sette feriti. Alcun testimoni hanno raccontato che uno dei terroristi si era camuffato con un niqab.

Il governo ha smentito questo dettaglio ma l'esigenza di poter identificare le persone, si è fatta sentire ancora più forte. L'organizzatore degli attentati, Aymen Smiri, 23 anni, si è fatto poi saltare in aria con una cintura esplosiva martedì scorso durante una caccia all'uomo. L'Isis ha rivendicato tutti e tre gli attacchi. In più il terrorismo rialza la testa in una stagione critica per la Tunisia, durante il picco degli arrivi turistici. La Tunisia è considerato l'unico esperimento democratico di successo della primavera araba del 2011. Ma il paese è stato segnato da una profonda crisi economica e disordini sociali. È per questo uno dei principali esportatori di combattenti dello Stato islamico.

Nel Paese c'è una situazione di urgenza, riconosciuta anche da molte parti sociali. «La decisione è giustificata, - ha precisato Jamel Msallem, della Lega tunisina - . Ma il divieto dovrebbe essere abrogato appena si ritornerà alla normalità». Anche per molte ragazze il divieto è necessario. «Hanno il diritto di vietare il niqab, - commenta Ilhem, una studentessa - . Ma alla fine rimane una libertà individuale». Dopo che la Tunisia ha ottenuto l'indipendenza dalla Francia nel 1956, l'ex presidente Habib Bourguiba ha imposto una secolarizzazione dei costumi e vietato il velo alle donne tunisine per strada. Ben Ali che ha preso il potere nel 1987 ha impedito alle donne velate di lavorare negli uffici pubblici e sono state espulse dalle scuole. Il governo sosteneva che la misura fosse stata presa in difesa dei diritti delle donne, ma analisti ritengono che in realtà fosse stata attuata per contrastare gli islamisti, che erano il gruppo di opposizione più forte e represso dal regime di Ben Ali.

Dopo la caduta del raiss, partiti islamici come Ennhada, sono andati al potere, in governi di coalizione, e il divieto è stato rimosso. Ma dopo è arrivato il terrorismo islamista, con gli attentati al museo del Bardo e sulla spiaggia di Sousse. Già allora il parlamento voleva approvare misure per vietare il niqab. Anche alcuni paesi europei hanno attuato decisioni simili. La Francia ha bandito il burkini e la Danimarca il niqab. Lo Sri Lanka ha vietato che il viso venisse coperto dopo gli attacchi di Pasqua.

Il Camerun ha proibito il velo nel Nord dopo che due donne si sono fatte saltare in aria nelalle donne di indossare il niqab al lavoro nel 2018.

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