Elezioni Regionali 2019

Umbria, quell'emorragia dei voti 5s

L'analisi impietosa dei flussi degli elettori pentastellati: un grillino su due non ha votato e 1/5 ha votato Lega e Fdi

Umbria, quell'emorragia dei voti 5s

"C'è un disorientamento generale tra gli elettori 5Stelle per l'alleanza con una forza politica che avevano sempre attaccato. Nel caso dell'Umbria c'è un di più, perché i 5Stelle hanno soffiato parecchio sul fuoco delle indagini che hanno colpito la giunta umbra". ">A dirlo a Repubblica è Rinaldo Vignati, ricercatore dell'Istituto Catteneo, ha già analizzato i flussi di voto della città di Perugia.

Un grillino su due non è andato a votare, mentre"una delle chiavi del successo di Tesei è proprio la loro grande mobilitazione nel voto", spiega Vignati. A Perugia la sconfitta di Bianconi, però, è stata di soltanto 11 punti percentuali di svantaggio rispetto ai 20 dell'intera Umbria. Nell'analisi dello stesso istituto, riguardante tutto il territorio regionale, invece, si mette in evidenza proprio il fatto che la Lega è più forte nei paesi medio-piccoli, mentre il candidato del Pd e del M5S va meglio nei centri più grandi. E, se da un lato la Lega risulta il partito più votato nel 90% dei comuni, mentre per i pentastellati il radicamento territoriale è ancora inesistente."Un quinto dell'originario bacino 5Stelle ha votato Lega. Un dato pari al 3,6 per cento dell'intero corpo elettorale. Una quota perfino superiore a chi ha confermato il proprio voto al Movimento. Solo marginale, invece, il flusso di voti dai 5Stelle al Pd", spiega Vignati. La politicizzazione del voto ha, indubbiamente, favorito il centrodestra e la Lega che stavolta "non ha subito perdite verso l'astensione".

In linea generale, nell'analisi dell'Istituto Cattaneo, l'Umbria, anche alla luce dei risultati elettorali delle recenti consultazioni (Politiche ed Europee) non è una "regione rossa", ma anzi è da considerarsi ormai una "regione verde" a tutti gli effetti. Ora il Pd si limita a conservare "le sue poche roccaforti in particolare nelle aree esterne al confine con la Toscana" e da "partito storicamente dominante in Umbria"registra un calo di consensi di 13,5% rispetto a cinque anni fa. "Considerando congiuntamente i risultati del centrosinistra e del Movimento 5 stelle, il bilancio dell’'operazione giallo-rossa' si presenta nettamente in perdita", conclude l'analisi dell'Istituto Cattaneo secondo cui "in termini percentuali, l’esperimento giallo-rosso ha perso 21 punti, vedendo scendere i loro consensi dal 57,9% al 36,8%".

Secondo l'analisi dei flussi svolta da Swg un terzo degli elettori (33,1%) che alle Europee aveva scelto il M5S stavolta si è riversato nel bacino dell'astensione, mentre 1/6 (pari al 13,5%) ha votato per il centrodestra. Per la precisione il 6,9% ha scelto Fdi e il 6,6% la Lega. Soltanto il 4,3% ha preferito il Pd, il 5,2% ha votato altri partiti di centrosinistra e il 4,1% per gli altri partiti. Il Pd cala dal 24% delle Europee al 22,3% e gli elettori in fuga si rifugiano nell'astensione. Per il 66,4%, però, gli elettori democratici hanno ridato fiducia al partito di Zingaretti, mentre il 19% si è astenuto. Il 9,2% ha votato un altro partito di centrosinistra, il 2,3% la Lega e l’1,5% il M5S.

La coalizione di centrodestra passa dal 51,2% al 57,5% rispetto al voto delle Europee. Un 6,3% che, per il 13,7% viene dall'astensione, per il 3,4% da ex elettori M5S e per il 3,2% da ex elettori di centrosinistra. Il centrodestra mostra una notevole fidelizzazione del proprio elettorato dal momento che il 79,1% dei suoi votanti ha confermato il proprio voto rispetto a quello dello scorso maggio. La Lega, invece, pur confermandosi primo partito della Regione ha perso l'1,3% rispetto alle Europee, passando dal 38,2% al 36,9% .

Voti che per il 12,1% sono andati verso l’astensione, per il 7,1% a Fdi e per l’8,2% verso altri partiti del centrodestra.

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