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Un'altra grana per Macron: usa hacker contro i media

L'accusa: il presidente ha un esercito di troll sul web che delegittima i nemici. Con carte segrete

Un'altra grana per Macron: usa hacker contro i media

Smontata l'ipotesi del complotto russo dietro l'affaire Benalla, il partito di Emmanuel Macron piomba nell'imbarazzo. Uno studio della Ong Desinfo Lab aveva alimentatol'idea che il caso del bodyguard fosse opera di ingerenze russe, almeno la sua eco sui social network. Invece, no. La valanga di tweet non proveniva da utenti di potenze estere, profili anonimi creati ad hoc. Ma da francesi imbestialiti per l'atteggiamento dell'Eliseo, spiega Le Monde.

Lo «studio» belga si è rivelato un fiasco. Al punto che il leader della Francia ribelle Jean-Luc Mélenchonha scritto su Twitter: «Non sono un robot russo». Come lui, altre personalità politiche toccate dalle critiche del governo che giudicava possibile, se non veritiera, la fake news. I giornali si sono imbattuti in altri profili anonimi. Stavolta di sostegno al presidente. E sotto accusa c'è ora un presunto esercito digitale di Macron.

Il settimanale Marianne ha infatti scoperto che un account anonimo tra i più attivi sostenitori di Macron aveva pubblicato le immagini riservate delle tensioni del 1 maggio via Twitter, probabilmente per sminuire la versione del pestaggio dei due manifestanti da parte di Alexandre Benalla, l'ex bodyguard del presidente sotto inchiesta per violenze e appropriazione di identità di polizia.

Ci si chiede come sia stato possibile che un internauta qualunque ne sia entrato in possesso. Un caso? Forse, ma per il presidente che ha gridato agli attacchi social rivolti alla sua persona da presunti hacker, da profili costruiti ad hoc per delegittimare lui e il suo governo, è una patata bollente. TedLunique, così si chiama il leone da tastiera che ha pubblicato le immagini di videosorveglianza custodite dalla prefettura di Parigi, le stesse che erano arrivate a Benalla e per cui la Procura aveva aperto un fascicolo. Il profilo dell'utente è ormai privato dopo giorni di attiva discussione pubblica (e denigrazione dei due manifestanti colpiti dal bodyguard), rivela Marianne. Ora sono in molti a parlare dell'esistenza di una fitta rete di account anonimi (a quanto pare già usata in campagna elettorale dal movimento En Marche) che si attiverebbe ogni volta che l'Eliseo o uno dei dicasteri francesi vanno in difficoltà.

Si riapre così la serie di interrogativi già sollevati nella commissione d'inchiesta parlamentare sul caso Benalla, finora rimasti in sordina. «Esiste una cellula di internauti che lavora in modo non ufficiale per il governo di En Marche o per l'Eliseo? Un esercito di leoni da tastiera, rigorosamente anonimi, che fanno propaganda mirata sui singoli dossier per indebolire ciò che scrivono i giornalisti?», le domande degli ultimi giorni. La risposta sibillina è arrivata del segretario di En Marche, Cristophe Castaner, che sotto giuramento ha spiegato: «Mi riservo di verificare, ma che io sappia non ci sono militanti che intervengono sulla comunicazione diretta del movimento». Esiste quindi una rete di comunicazione indiretta? Come ha avuto accesso il misterioso TedLunique a un video delle autorità di polizia? L'interrogativo rimane, come i dubbi sulle scelte di Macron.

«Vogliamo proteggere la vita democratica da false informazioni», aveva annunciato a inizio anno il presidente, dopo che svariati media avevano espresso riserve sul rischio di limitare la libertà di stampa con la nuova legge per il periodo elettorale. Una procedura d'urgenza che consentirà ai giudici di bloccare o chiedere il ritiro di informazioni illecite dalla rete in appena 48 ore. La riforma, salvo inciampi, entrerà in vigore già per le elezioni europee dell'anno prossimo.

Ma quando le informazioni vengono diffuse in modo illecito da sostenitori - presunti o tali - del presidente e del movimento En Marche che cosa succede? Apparentemente, nulla.

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