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Usa, arrivano i taxi senza autista

Velocità, aree limitate e corse prenotate con l'app: ecco «Drive.ai»

Usa, arrivano i taxi senza autista

Manuela Gatti

Con un'app si prenota la corsa. Il taxi arriva e si ferma in uno dei punti di sosta prestabiliti. A bordo, nessun conducente: l'auto si guida da sola. Si chiama Drive.ai ed è il primo taxi a guida autonoma a sbarcare negli Stati Uniti, precisamente a Frisco, Texas. Grazie a un accordo con la società pubblica che gestisce il trasporto pubblico cittadino, la startup californiana, che applica l'intelligenza artificiale allo sviluppo di veicoli senza conducente, potrà mettere in strada i primi taxi «autonomi» a luglio. La fase di test durerà sei mesi e - sorpresa - sarà gratuita. Per affinare la tecnologia verranno utilizzati quattro furgoncini Nissan NV200, che viaggeranno solo nei giorni feriali e nelle ore di luce, per servire un'area limitata in cui lavorano 10mila impiegati. Saranno loro, se lo vorranno, a testare a costo zero i primi taxi senza tassista.

«Le auto autonome sono qui, sono realtà, e possono migliorare il modo in cui viviamo - ha spiegato Sameep Tandon, co-fondatore e numero uno della startup nata da un gruppo di ex studenti dell'università di Standford -. La nostra tecnologia è sicura, intelligente e flessibile. Siamo pronti a collaborare con governi e aziende per risolvere le loro necessità in materia di trasporti». Per il collega Carol Reiley, queste vetture sono «il primo robot sociale, con cui molte persone interagiranno».

A differenza delle auto self-driving attualmente in fase di sperimentazione, Drive.ai non punta a mimetizzarsi tra le vetture «normali», ma vuole farsi notare: colore arancione sgargiante, grosse scritte «veicolo a guida autonoma» sui lati e due schermi a led sulle fiancate dove compaiono informazioni di servizio, come «pedone in fase di attraversamento». È fissata anche una velocità massima: 45 miglia orarie, cioè poco più di 70 km all'ora. Perché è vero che quasi tutti gli incidenti che hanno visto finora coinvolti veicoli senza guidatore sono stati causati da errori umani. Ma è anche passato solo un mese e mezzo dal primo incidente che ha visto morire un pedone nella collisione con una di queste auto del futuro: in Arizona una vettura targata Uber, l'azienda che fornisce un servizio di trasporto automobilistico privato, ha investito e ucciso una donna che stava attraversando sulle strisce pedonali. Pochi giorni dopo una Tesla autonoma, la creatura di Elon Musk, si è schiantata in California uccidendo l'uomo seduto al posto del guidatore.

In ogni caso il mercato delle auto driverless è in fase di grande sviluppo e vede tanti protagonisti sulla scena. Al primo posto, inseguito da tutti gli altri, c'è Waymo, il progetto di Alphabet, l'azienda a cui fa capo Google: è lui il leader del settore, che può vantare già 9 anni di sperimentazioni sulle strade pubbliche di 25 città Usa. Tra le case automobilistiche «tradizionali» stanno lavorando in questa direzione anche Nissan, che ha da poco avviato una fase di testing per taxi senza conducente in Giappone, General Motors, Ford, Volkswagen, Bmw e Toyota.

La corsa, si può ben dire, è aperta.

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