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Usa, Putin evita le ritorsioni "Mosca non espelle nessuno"

Lo zar sceglie l'attendismo in vista dell'insediamento di Trump: «Scelta ostile, Obama danneggia i rapporti»

Usa, Putin evita le ritorsioni "Mosca non  espelle nessuno"

New York Dinanzi allo spettro di una nuova guerra fredda tra Stati Uniti e Russia, Vladimir Putin sposa la linea dell'attendismo. Dopo la decisione del presidente americano uscente Barack Obama di ordinare nuove sanzioni e l'espulsione di 35 diplomatici russi in risposta ai presunti attacchi hacker condotti durante le elezioni, il leader del Cremlino ha scelto di non seguire la proposta del ministro degli esteri Serghiei Lavrov di espellere a sua volta 35 delegati americani. «La reciprocità è la legge diplomatica nelle relazioni internazionali. Per questo proponiamo al presidente di dichiarare persone non gradite 31 funzionari dell'ambasciata Usa a Mosca e altri quattro del consolato Usa a San Pietroburgo», aveva affermato Lavrov. Putin, invece, ha deciso di «non espellere» i delegati statunitensi dopo le azioni di Washington: in un comunicato ha detto che la Russia si «riserva il diritto» di rispondere, ma non intende scendere al livello di una «diplomazia irresponsabile». «Compiremo ulteriori passi per il ripristino dei rapporti russo-americani partendo dalla politica che sarà condotta dall'amministrazione del presidente eletto», ha poi precisato, ribadendo di ritenere «ostili le decisioni dell'amministrazione uscente americana, nonché mirate a minare ulteriormente le relazioni fra Mosca e Washington».

«Tutto ciò - ha sottolineato ancora Putin - contraddice gli interessi principali dei nostri due popoli, tenendo conto della responsabilità per garantire la sicurezza globale. Così facendo, gli Usa danneggiano l'intero sistema dei rapporti internazionali, e secondo la prassi, la parte russa ha tutte le ragioni per una risposta adeguata». Con l'arrivo alla Casa Bianca di Trump in molti si attendono un nuovo corso nei rapporti tra le due superpotenze, e in attesa dell'arrivo del tycoon a Pennsylvania Avenue, Putin gli ha inviato un messaggio d'auguri, in cui auspica che «i nostri due Paesi, agendo in chiave costruttiva e pragmatica, sappiano ripristinare i meccanismi di cooperazione bilaterali in vari campi, e portare a un livello qualitativamente nuovo l'interazione nell'arena internazionale».

Da parte sua, il Commander in Chief in pectore ha commentato le sanzioni decise da Obama dicendo che nell'interesse della Nazione la prossima settimana «incontrerò i leader dell'intelligence per essere aggiornato sui fatti». Tuttavia, non ha mancato di liquidare la questione spiegando che «è tempo per gli Usa di procedere verso cose migliori e più grandi». E a rincarare la dose ci ha pensato anche la consigliera di The Donald, Kellyanne Conway: molti pensano che le sanzioni contro la Russia per gli attacchi hacker mirino a «intrappolare» Trump e a ridurre il suo margine di manovra, ha rivelato alla Cnn. «Sarebbe triste se la principale motivazione fosse politica - ha continuato - Non penso che al culmine della guerra fredda questo Paese abbia espulso tanti agenti» segreti.

Di certo, quella decisa da Obama (che riguarda in tutto 96 russi tra diplomatici e familiari, oltre al divieto di accesso in due complessi di proprietà di Mosca) è la più consistente espulsione di diplomatici russi negli Stati Uniti dal 2001, quando Washington cacciò una cinquantina di dirigenti di accusati di essere stati in contatto con un agente dell'Fbi, Robert Hansseen, che aveva lavorato per 15 anni a favore di Mosca.

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