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Velo e islam, svolta a destra di Macron. Imbarazzi dem

Velo e islam, svolta a destra di Macron. Imbarazzi dem

Di' una cosa di destra. L'intervista di Emmanuel Macron che ha scandalizzato la sinistra d'Oltralpe è il perfetto contrario dell'auspicio nannimorettiano. Prima ancora del contenuto, è il pulpito: la rivista conservatrice Valeurs Actuelles, certamente una lettura più consona a Marine Le Pen che a Macron. La reazione risponde a una classica logica settaria. «È la prima volta in Francia che un presidente in carica si fa intervistare da un media di estrema destra», scrive il magazine L'Obs senza nascondere lo choc. E tra i media progressisti è un coro di osservazioni simili, accompagnata da retroscena sul movente di Macron che si possono riassumere nell'osservazione che il presidente ha perso voti a sinistra e vuole parlare a un elettorato moderato che alle elezioni europee ha regalato qualche soddisfazione al suo partito En Marche.

Di certo nell'intervista Macron ha ammiccato a destra su diversi temi identitari, dal velo alle parole dure sull'islam politico e la diffusione della sharia in Francia («un enorme problema») all'osservazione che prima di accogliere altri migranti bisogna pensare a integrare meglio quelli che ci sono. Non è poi una gran novità: spesso la sinistra lancia proclami progressisti su questi temi, ma una volta al governo fa scelte ben diverse. In fondo, anche il governo italiano oggi rinnoverà il memorandum anti Ong con la Libia che fu stipulato da un governo a guida Pd. E il ministro Lamorgese ieri su Repubblica rintuzzava gli attacchi di Salvini sui migranti vantandosi del fatto che gli sbarchi diminuiscono e le espulsioni aumentano.

Ma forse per Macron c'è di più della sola motivazione strategica. La sinistra italiana, sempre alla ricerca di un papa straniero da osannare, da Zapatero a Tsipras, ha scelto Macron come suo idolo. Ma in una fase che vede in crisi tanti capisaldi ideologici di liberalismo e progressismo, c'è una generazione di politici più giovani che tenta di sfuggire alle tradizionali classificazioni. Per i dem italiani è difficile da mandar giù, visto gli occhiali manichei con cui osservano la realtà: chi non sta con noi, è fascista. E, per loro fortuna, in Italia c'è ancora una parte di elettorato che abbocca.

Ma sempre più risicata.

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